Prende il nome di cosplay ed è un fenomeno nato in Giappone negli anni ’70: quando le persone cominciarono a travestirsi come i personaggi di fantasia. Oggi che il movimento si è radicato anche in Italia ha dato vita, negli anni, a un proprio turismo di settore capace di generare un giro d’affari di oltre 147 milioni euro. Secondo la società di ricerca Jfc, sono 1,3 milioni gli appassionati che in Italia ogni anno partecipano a raduni di cosplayer (crasi tra le parole costume e play, ndr).
Questi incontri, circa 180 nel nostro Paese, mettono al centro personaggi di videogame, fumetti, cartoon, film, telefilm, libri, pubblicità, band musicali e giochi di ruolo. Come sottolinea Massimo Ferruzzi, amminsitratore della Jfc, «i cosplayer italiani sono prevalentemente di sesso femminile (83,3%) e con 24 anni e 8 mesi di età media, risiedono prevalentemente in Lombardia e partecipano in media a quattro eventi all’anno, spendendo circa 113 euro per realizzare il loro costume. In alcuni casi poi, sostengono una spesa anche superiore ai 600 euro per il singolo travestimento».
Gli appuntamenti di cosplay si tengono soprattutto in primavera e tra i più seguiti c’è il Romics di Roma, Napoli Comicom o Torino Comics. L’evento di maggior rilievo a livello nazionale si tiene però a fine ottobre, durante il Lucca Comics & Games.