Ferrara senza fretta: viaggio tra il cielo e il Po
“La bella terra che siede sul fiume”. Così racconta Ferrara Ludovico Ariosto. Una città elegante, dai magnifici palazzi rinascimentali, le strade larghe, le mura medievali intorno al centro storico, il cimitero della Certosa da percorrere in bicicletta. Ferrara ti osserva placida, lascia scoprire i suoi angoli verdi, la sua storia, i suoi 85 chilometri di pista ciclabile, senza fretta.
Per ammirarla al meglio, dall’9 ottobre al 26 dicembre, Visit Ferrara premia i visitatori che decideranno di soggiornare in uno dei 20 hotel convenzionati con l’ente di promozione turistica, offrendo dei tour gratuiti il sabato e la domenica (per gli altri il costo è di 8 euro) . Le visite guidate “Raccontare Ferrara”, partiranno dal Castello Estense, simbolo della città patrimonio Unesco, e accompagneranno i turisti lungo i principali luoghi storici.
Per scoprire gli altri volti di Ferrara bisogna però dirigersi verso il Po, il suo fiume. Noi l’abbiamo fatto grazie all’educational organizzato tra l’alta e la bassa provincia. In sella alla bici si percorre la Destra Po, una delle ciclovie più lunghe di Europa, che taglia orizzontalmente la provincia alta di Ferrara collegando Bondeno a Gorino.
Il primo è un antico insediamento dove ancora oggi sono conservati ritrovamenti archeologici dal neolitico all’età romana. Si segue il tragitto ben indicato, tra case di campagna, campi di grano e il Po che fa capolino ad ogni curva.
Sulla strada si incontrano antichi mulini come lo storico Guerzoni William o l’azienda agricola Cerutti, una piccola realtà a conduzione familiare che produce riso bio e organizza visite nelle risaie. «Il nostro è un riso imperfetto, di coltivazione rigorosamente biologica – spiega Stefano Cerutti – Lo vendiamo in occasione dei mercatini della provincia o ad alcuni ristoratori della zona». Pedalando si attraversa l’immensa pianura, si può visitare l’impianto idrovoro delle Pilastresi, una struttura gigantesca che ha permesso di bonificare l’area, e la Rocca Possente di Stellata, da dove si controllava strategicamente la navigazione sul fiume.
Da qui il percorso cambia. Abbandonata la bici si salpa a bordo della Nena, un battello lento che naviga sul Po di Volano, uno dei principali corsi del grande fiume. L’imbarcazione si chiama così in onore di Nazarena Casini, conosciuta anche come la sposa del Po. Nena aveva soli 13 anni quando comincio a remare sul fiume per traghettare cose e persone da una riva all’altra, un lavoro duro, tra cielo ed acqua, ma che lei non smise mai di amare.
VERSO LE VALLI DI COMACCHIO
Da Nord al Sud della provincia ferrarese, il canale plasma la storia e i territori. A Mesola, una volta riserva di caccia degli Estensi, ci si ferma al Bosco Officinale, una piccola azienda che crea olii essenziali e acque aromatiche. Più avanti svetta il campanile dell’abbazia di Pomposa, capolavoro dell’arte romanica mentre all’oasi di Canneviè, una piccola valle salmastra nascosta tra giuncheti, saliamo a bordo di una piccola imbarcazione con i motori silenziosi e ci infiliamo tra i canneti della foce del Po di Volano, dove il fiume incontra il mare.
Lungo gli argini i pescatori controllano le reti dai bilancioni, più a sud si coltivano le vongole veraci, il silenzio dei piccoli canali dove l’acqua sembra immobile ti proietta indietro nel tempo. L’ultima tappa è Comacchio, la piccola Venezia.
La città lagunare fu costruita su tredici isolotti creati dai detriti portati a valle dal Po. Ponti e canali si incrociano ad ogni sguardo e ovunque si trovano rimandi ai “fiocinari” dell’Ottocento, i disperati e coraggiosi contrabbandieri che di notte rischiavano la galera per sfamare le famiglie con la pesca di frodo. Impossibile non pensare a loro sul Ponte degli Sbrirri, quello che portava appunto al carcere.
Proprio queste valli ospitano uno dei prodotti enogastronomici più famosi del territorio: l’anguilla. Per conoscere tutto su questo pesce, oggi a rischio estinzione, vale la pena fermarsi alla Manifattura dei marinati di Comacchio, sede del museo dell’anguilla, ma anche fabbrica che ha rimesso in moto l’intero ciclo di lavorazione delle anguille e delle acquadelle. L’educational è stato organizzato da Sipro e Visit Ferrara, in collaborazione con aziende del Cna, nell’ambito del progetto Slides, del programma interreg 2014-2020 Italia Croazia.
«L’obiettivo è promuovere la cooperazione transfrontaliera tra le regioni incluse nelle are di riferimento – aggiunge Chiara Franceschini, coordinatrice Sipro – e a sviluppare metodi e strategie per preservare e valorizzare il patrimonio culturale materiale e immateriale. Il tutto con attenzione allo sviluppo territoriale sostenibile e al ‘living heritage’, ossia alle attività di artigianato e industrie creative». Cultura, storia, natura e tradizioni, che cercano di raccontare e svelare un territorio dalle molteplici anime.