by Redazione | 30 Marzo 2020 11:25
Aefi ha elaborato alcune proposte che ha già sottoposto al governo e alle istituzioni competenti per sostenere i propri associati e l’intero comparto dal grave impatto dell’emergenza coronavirus, “che rischia di distruggere il settore fieristico italiano”, si legge nella nota dell’associazione esposizioni e fiere italiane che rappresenta 36 quartieri fieristici nazionali. Si va dal rimborso delle spese sostenute e dei mancati ricavi per gli eventi annullati e posticipati, alla proroga delle prossime scadenze fiscali per almeno nove mesi, fino alla moratoria dei mutui che le società fieristiche hanno in corso.
«Abbiamo inviato una lettera al governo per chiedere di attivare urgentemente i percorsi nazionali e comunitari per ottenere dalla Commissione europea l’approvazione di un regime di aiuti di Stato che possa consentire in tempi ridotti di mettere a disposizione del comparto fieristico la liquidità necessaria per salvaguardare gli enti e consentire poi la ripresa immediata delle iniziative a favore di tutti i settori produttivi», commenta Giovanni Laezza, presidente di Aefi.
«La salute di tutti resta la priorità ma se non vengono previsti interventi e misure specifici, il settore rischia di soccombere – continua Laezza – Nonostante le difficoltà di inserimento in un articolato calendario internazionale, le fiere hanno subito cercato di reagire a questo improvviso tsunami che si è abbattuto sul nostro Paese, rinviando e riprogrammando le manifestazioni per cercare di contenere il danno economico e continuare a svolgere il ruolo di strumento di crescita per le imprese e per le industrie che rappresenta. La situazione è già drammatica e con il passare dei giorni potrà solo peggiorare, causando ulteriori rallentamenti e annullamenti. L’incertezza sulla durata dell’epidemia, rende difficile ogni previsione di ripresa».
Secondo Aefi, “le risorse finora stanziate dalla Farnesina per il piano straordinario per la promozione del made in Italy sono utili per le manifestazioni previste all’estero, grazie anche al rimborso delle spese già sostenute per gli eventi annullati o a cui le aziende italiane non hanno potuto partecipare. Altre, come le iniziative promozionali saranno indispensabili quando il settore sarà ripartito.
Al momento sono 138 le manifestazioni fieristiche italiane posticipate, alcune già al 2021. Di queste, 63 sono a carattere internazionale e 75 nazionale. Trenta sono quelle annullate. Complessivamente sono 168, concentrate principalmente in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna.
In questi giorni, Aefi – in stretto accordo con i propri associati – sta cercando di quantificare il danno causato dall’emergenza in questa prima fase, proprio per poter sottoporre al governo la richiesta e procedere poi a istituire un regime di aiuti al settore fieristico come già fatto in Danimarca e Germania (primo Paese in Europa per il settore fieristico seguito dall’Italia).
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