by Andrea Lovelock | 20 Aprile 2020 11:33
Il settore della meeting industry in Italia ripartirà non prima di settembre, ma per arrivarci occorre poter contare su concrete misure a sostegno del comparto: a parlare è Pietro Piccinetti, amministratore unico di Fiera di Roma che lo scorso anno ha registrato circa 1,6 milioni di visitatori e partecipanti, con un indotto lavorativo per 2mila persone e una ricaduta economica per la capitale di almeno 250 milioni di euro. Il fermo dovuto all’emergenza Covid-19 è finora costato oltre 30 eventi annullati definitivamente e circa 130 eventi posticipati, ma non ancora confermati.
«Il sistema delle fiere e dei congressi è un acceleratore imponente sia dell’economia che dei territori – sottolinea Piccinetti – Per ogni euro che fattura una fiera, dato proveniente da studi internazionali, arrivano dai 7 ai 12 euro per le comunità locali. Noi generiamo indotto su tassisti, sui negozi, sui ristoranti, sugli alberghi, tutte realtà che si vedono coinvolte in un turismo di qualità e alto spendente: la spesa media di un partecipante a una fiera o a un congresso è di 800 euro al giorno».
Il sistema fieristico italiano «è quarto al mondo, genera affari per 60 miliardi di euro, dà origine al 50% dell’export nazionale, rappresentando la più concreta chance di mettersi in contatto con il mercato estero – prosegue – Aver dovuto cancellare le fiere e i congressi, segmento rispetto al quale l’Italia era tra l’altro in forte crescita, è un problema allora non solo per noi operatori, ma per l’economia tutta. Per quanto riguarda i congressi siamo, stando ai calcoli di Federcongressi, a 3.455 appuntamenti congressuali tra rinviati e annullati per un impatto economico pari a 227 milioni di euro. Solo come Fiera di Roma siamo a circa 13 milioni di fatturato persi dall’inizio dell’emergenza coronavirus, senza certezze sulla ripresa».
L’amministratore unico di Fiera di Roma mette in guardia da ripartenze frettolose e invita governo e operatori valutare appieno le tempistiche per un lento ma costante rilancio della filiera produttiva del paese, compresa quella fieristica.
«Per parte nostra posso dire che il sistema delle fiere sta posticipando tutte le manifestazioni: vogliamo sperare di poter ripartire con il calendario da settembre, ma ancora è impossibile avere certezze – precisa Piccinetti – Nel mentre, visto che ogni fatturato è fermo, per non morire abbiamo bisogno di aiuti, magari, come avvenuto per il sistema fieristico danese, tramite fondi europei. Ne va della nostra sopravvivenza e di quanto questo impatterebbe sull’economia italiana. Saremo comunque propositivi e proporremmo dei protocolli, sviluppati insieme a tutti gli attori preposti, per ripartire in tutta sicurezza, ma ripartire».
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