Filippetti affida la sua Lindbergh a Cristiano Zucchiatti
Riorganizzazione aziendale per Lindbergh Hotels & Resorts che nonostante le difficoltà generate dall’emergenza sanitaria prima e dal conflitto in Ucraina poi, continua a investire e a scommettere sul futuro del turismo in Italia: il Gruppo del presidente Nardo Filippetti, che gestisce sette hotel (4 e 5 stelle) per circa 950 camere tra la Sicilia, la Sardegna, le Marche, l’Emilia Romagna e l’Umbria, dopo aver fatto partire investimenti per 20 milioni di euro per l’acquisto e la ristrutturazione di altri due alberghi (a Pesaro il Cruiser e a Marina centro di Rimini l’ex Naiade) sarà guidato dal 46enne Cristiano Zucchiatti.
Il manager romano, che era già stato direttore dell’hotel Excelsior a cavallo tra il 2013 ed il 2017, torna a Pesaro nel ruolo di direttore generale e amministratore delegato del Gruppo che impiega fino a 500 dipendenti per un fatturato, in epoca pre Covid-19, di oltre 23 milioni di euro l’anno. Il biennio 2020-2021 è stato pesantemente condizionato dalla pandemia ma i numeri dell’anno scorso, seppur ancora fortemente penalizzato dalle restrizioni pandemiche, sono in netto miglioramento: +50% rispetto al 2020.
UNA LUNGA CARRIERA. Per Zucchiatti si tratta di un ritorno alle origini: «A Pesaro – racconta – ho trascorso anni bellissimi. È stata un’esperienza clamorosa e sono sicuro che quella odierna sarà altrettanto esaltante. Lindbergh non ha i numeri dei grandi Gruppi alberghieri internazionali ma le capacità gestionali, in virtù della storia e della tradizione di questo gruppo, non sono seconde a nessuno».
«In quegli anni ho imparato che l’hotel si sveglia e va a dormire con il direttore – continua Zucchiatti – e che un direttore deve avere una visione a 360 gradi di quello che accade dentro la struttura. In questo io mi sento un prodotto del presidente Filippetti che mi ha creato e forgiato a livello manageriale».
Zucchiatti ha iniziato, giovanissimo, a Roma. Prima in un piccolo hotel in zona Campo de’ Fiori, poi in una struttura prestigiosa come l’Hotel Villa Pamphili di Atahotels. Dopodiché l’esperienza che gli ha cambiato la vita, a New York, dove è rimasto per otto anni.
Dopo altre prestigiose esperienze nell’hôtellerie di lusso della Capitale, al servizio di un Gruppo che nel suo portfolio vantava strutture come il Capri Tiberio Palace e Villa Mediterranea a Capri oppure Vilòn e Maalot a Roma e che deteneva parte della proprietà del Gruppo Jk Place, Zucchiatti ora torna a Pesaro con l’obiettivo di guidare la riorganizzazione di Lindbergh.
OBIETTIVO RIORGANIZZAZIONE. «Vorrei inserire nel team – anticipa Zucchiatti – figure essenziali che, unendosi a quelle già presenti all’interno dell’azienda, possano contribuire a aprire nuove opportunità di business di alto livello anche di carattere internazionale. Vedo grosse opportunità nel luxury perché penso che, al termine di questo periodo complesso, il turismo di alta fascia riprenderà a crescere più forte di prima. Penso a boutique hotel o comunque a strutture 5 stelle. L’esempio più eclatante è quello di Roma dove, nel giro di qualche anno arriveranno tanti marchi del lusso e quello della Capitale è un mercato appetibile anche per noi, così come la Costiera Amalfitana, Capri, Firenze, Milano, la Puglia».
NEW ENTRY A RIMINI. La strategia del gruppo Lindbergh mira proprio a sviluppare due binari paralleli: il lusso dei boutique hotel e delle strutture 5 stelle e il lusso accessibile di una nuova linea di strutture ricettive che prenderanno il via da Rimini dove è stato recentemente acquistato l’ex hotel Naiade a Marina centro.
«Una nuova linea di hotel molto innovativi – spiega Nardo Filippetti – caratterizzati da comfort e qualità abitative di alto livello, dotati di tecnologie importanti e fortemente digitalizzati, per garantire ai clienti gli standard di un hotel di qualità, ma a prezzi più contenuti. Quella che abbiamo davanti sarà un’altra stagione di passaggio. A gennaio eravamo partiti molto bene con tante richieste alle nostre strutture e questo lasciava presagire un graduale ritorno alla normalità e invece il conflitto in Ucraina ha stravolto il quadro e c’è stata una flessione spaventosa. Sarà un’altra stagione senza programmazione, con prenotazione sottodata. Credo che gli italiani sceglieranno una vacanza di prossimità sia perché l’Italia è bellissima con tanti posti meravigliosi da visitare sia perché in una fase come questa c’è minore voglia di viaggiare all’estero e lasciare il proprio paese».