Via i sigilli per il turismo a Boracay, nelle Filippine. La riapertura dell’isola – la cui spiaggia è considerata tra le più belle del mondo – è stata stabilita dal governo di Manila, dopo che ad aprile scorso ne era stata decretata la chiusura. Secondo il portavoce del presidente Rodrigo Duterte, l’afflusso massiccio di turisti aveva trasformato l’isola «in una toilette a cielo aperto».
In soli dieci chilometri quadrati potevano soggiornare 40mila persone contemporaneamente. Per questo le autorità in questi mesi hanno disposto la pulizia delle spiagge, la riorganizzazione delle strutture alberghiere – 400 delle quali sono state demolite, sulle 500 totali – e hanno elaborato un nuovo regolamento, che limita gli accessi a 19.200 persone al giorno.
Gli amministratori controlleranno che questo vincolo sia rispettato a partire dalle registrazioni degli hotel. È stato, poi, costruito un nuovo impianto per il trattamento delle acque; mentre tra le norme approvate figura anche il divieto di fumare e bere alcolici in spiaggia, al fine di «mantenere l’ordine».
La «nuova isola», secondo il ministro del Turismo Bernadette Romulo-Puyat, inaugurerebbe anche una nuova epoca per il turismo delle Filippine, caratterizzata dalla sostenibilità. «Dobbiamo tenere presente che le nostre azioni hanno conseguenze sul futuro dell’ambiente», ha detto Romulo-Puyat. Solo nel 2017, Boracay è stata visitata da oltre due milioni di persone.