Filippine, maxi programma di formazione per 50mila operatori
Oltre 700 corsi di formazione ai quali hanno partecipato circa 50mila operatori nazionali e internazionali: è questo lo sforzo organizzativo profuso dal Dipartimento Turismo delle Filippine (Dot), per pianificare un’adeguata ripartenza del settore già nel 2021.
La chiusura delle frontiere nei primi mesi della pandemia, infatti, aveva provocato il blocco nelle Filippine di turisti stranieri e locali, creando un problema che ha richiesto una risposta immediata.
Le Filippine hanno gestito l’emergenza organizzando 1.219 missioni di rimpatrio, comprensivi di voli di recupero. Sono stati assistiti 32.360 turisti stranieri e 11.408 locali. Il dipartimento ha, inoltre, attivato un team di risposta online h24, e un numero verde di emergenza per supportare le squadre sul campo.
«Abbiamo coordinato l’utilizzo di strutture ricettive a supporto di turisti bloccati e lavoratori essenziali – ha ricordato la segretaria per il turismo Bernadette Romulo-Puyat – Nelle regioni in cui la maggior parte dei turisti era bloccata sono stati organizzati voli di recupero e sono stati forniti cibo e riparo. Successivamente, il Dot ha ingaggiato più strutture ricettive, riadattate per fungere da centri di quarantena alternativi. Al 10 gennaio 2021, 765 hotel a livello nazionale sono elencati come strutture di quarantena garantendo un totale di 72.547 camere. Ora abbiamo approntato un Programma di Risposta e Ripresa del Turismo (Trrp) che funge da modello di rilancio del settore».
«Il piano del Dot Filippine – ha proseguito l’esponente del governo filippino – risponde alle esigenze degli operatori e garantisce la continuità operativa e la sopravvivenza delle imprese turistiche. Ci sono stati aiuti finanziari ai lavoratori per il turismo, ma non solo. Il Dot ha gestito la creazione di linee guida per la salute e la sicurezza per i diversi comparti del settore, tra cui alloggi leisure, diving, Spa e Mice, ristoranti, trasporti turistici, viaggi e tour. Il Dot è stato anche fortemente coinvolto nella riapertura di Boracay, Bohol ed El Nido, avvenute solo dopo una serie di incontri con le parti interessate e di missioni di convalida per accertare la capacità di ricevere turisti. Altri siti convalidati sono Batangas, Siargao e Zambales».