by Giorgio Maggi | 12 Dicembre 2017 11:35
Sparirà o non sparirà? Se per le compagnie low cost come Ryanair ed easyJet la vendita di prodotti legati al duty free a bordo rappresenta una della maggiori fonti di reddito, i negozi volanti sui voli a lungo raggio potrebbero presto essere costretti a chiudere i battenti.
L’ultimo annuncio in ordine di tempo è stato ad esempio quello di Qantas, che ha messo la parola fine alle vendite di profumi ed altro a partire dal 1° gennaio 2018. Il motivo è semplice: i passeggeri sono meno propensi che in passato a fare shopping ad alta quota, preferendo invece aeroporti e negozi free tax in aeroporto. E questo senza contare il fatto che, per una compagnia aerea, trasportare a diecimila metri di quota un notevole quantitativo di merce invenduta rappresenta un costo non da poco.
Sulla stessa linea del vettore australiano c’è anche United Airlines, che addirittura ha sospeso la vendita in volo già dallo scorso marzo, in buona compagnia con le cugine a stelle e strisce come Delta Air Lines (fine del duty free a bordo dal 2014) e American Airlines (dal 2015).
Ma per gli amanti dello shopping in alta quota non tutto è perduto. I vettori che continuano ad offrire prodotti scontati tra economy e business class sono ancora molti, e alcuni di questi stanno addirittura investendo nel prodotto. È il caso di Virgin Australia, che ha addirittura previsto una consegna al posto del passeggero, o di Korean Air che, a bordo di una decina dei suoi A380, ha allestito delle vere e proprie mini boutique capaci di ospitare fino a 13 viaggiatori comodamente seduti.
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