Conti alla mano a Fiumicino, in sole tre settimane, mancano all’appello almeno 26mila passeggeri cinesi. Con la sospensione dei collegamenti decretata, infatti, a fine gennaio, dal governo italiano, la perdita di traffico dalla Cina è vistosa e preoccupante.
L’operatività verso questo paese era diventato il fiore all’occhiello di Fiumicino: l’offerta aerea da e per la Cina da Roma si avvaleva, infatti, dell’operatività di cinque compagnie aeree sulla Cina (Air China, China Eastern Airlines, China Southern Airlines, Hainan Airlines e Sichuan Airlines) una su Hong Kong (Cathay Pacific) e un operativo-voli su Taiwan di China Airlines, per un totale 37 voli a settimana sull’intera regione.
La cancellazione di oltre 111 voli da-per la Cina ha provocato anche un’altra conseguenza logisticamente pesante, ovvero il difficile rientro in Cina di quei passeggeri che si erano imbarcati per raggiungere Roma pochi giorni prima del blocco e che hanno dovuto trovare molteplici soluzioni-tampone, orientandosi verso altri scali europei, con peripezìe segnalate dalle stesse compagnie aeree cinesi.