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Fiumicino, perché non decolla la quarta pista

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L’urgenza c’è, le esigenze pure. E anche ampiamente condivise. Eppure il dossier sull’allargamento dell’aeroporto di Roma Fiumicino è fermo ancora “al gate”, non decolla. I motivi non sembra siano soltanto tecnici. A riferirlo è il Corriere della Sera, che mette in evidenza le preoccupazioni raccolte “dietro le quinte” per un “piano di espansione che non ottiene il via libera”.

“Tecnicamente – scrive il quotidiano di via Solferino – il dossier dell’allargamento è gestito dal ministero delle Infrastrutture e dei trasporti. Politicamente» il faldone è a Palazzo Chigi, spiegano al Corriere cinque fonti a conoscenza delle discussioni (tutte hanno chiesto l’anonimato perché non autorizzate a parlarne pubblicamente). E da lì non si smuove. Nemmeno dopo l’incontro — ad aprile 2024 — tra Giampiero Massolo, presidente di Mundys (holding che controlla la società di gestione Aeroporti di Roma) e Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario alla presidenza del Consiglio”.

Cosa prevede il piano di espansione? Tutto ruota principalmente intorno alla realizzazione di una quarta pista. L’ampliamento sarebbe di circa 260 ettari, “di cui 151 in una riserva anche se gran parte verrebbe restituita o compensata, tra cui 85 ettari di parco”. Parliamo ovviamente di interventi straordinari che – direttamente o indirettamente – andrebbero a sollevare tutta una serie di problematiche relative all’impatto ambientale, al nodo trasporti e viabilità, e a questioni – come visto – meramente “politiche”. Senza considerare, inoltre, i tempi destinati a essere comunque lunghi, anche per il semplice avvio dei lavori, tra pareri, nulla osta e conferenze dei servizi.

L’ampliamento dell’aeroporto di Fiumicino prevede, infatti, oltre alla costruzione di una quarta pista, anche interventi sulle infrastrutture esterne, tra cui il raddoppio dell’arteria stradale di collegamento con Roma. Sebbene questi lavori rientrino nelle competenze di Anas, Aeroporti di Roma si sarebbe dichiarata disponibile a occuparsene, con un investimento stimato di 250 milioni di euro, da aggiungere ai 4,5-5 miliardi previsti per l’espansione dello scalo.

Naturalmente non tutti sono d’accordo sull’espansione, tra comitati cittadini e ambientalisti, ma viene considerata «inevitabile». Sulla base di che cosa? Sui numeri. Nel 2024 lo scalo di Roma Fiumicino ha sfiorato i 50 milioni di passeggeri, come da ultimi dati di Assaeroporti, confermandosi come uno dei principali hub europei, premiato per la qualità del servizio.

Fiumicino – viene fatto notare – ha però faticato a gestire picchi di 175mila passeggeri al giorno, con la previsione di arrivare a 200mila nel 2025. Inoltre, aspetto quest’ultimo tutt’altro che secondario, l’aeroporto potrebbe non essere in grado di sostenere uno dei progetti più strategici per il Paese: lo sviluppo di Ita Airways sotto la gestione di Lufthansa.

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