Flashmob del turismo contro l’ipocondria dei ministri
Un flashmob per vincere l’ipocondria del ministero della Salute e ricominciare a viaggiare.
Con l’acronimo “Subito” in bella vista sulla maglietta, le associazioni di categoria, compatte in una unica voce, hanno manifestato a Rimini l’urgenza di sostegni, aperture e riconoscimenti.
S come Sostegni, quelli che quest’anno sono mancati al settore, passato dai 600mila euro stanziati nel 2020 ai 31 milioni stanziati ad oggi per il 2021. “Abbiamo ancora bisogno di sostegni per poter ripartire – ha detto Gianni Rebecchi, presidente Assoviaggi – 31 milioni non sono certo sufficienti per mettere in sicurezza il settore. Chiediamo che si vadano a cercare le risorse nella Finanziaria, servono almeno ulteriori 500 milioni per arrivare alla cifra dell’anno scorso. E poi gli ammortizzatori sociali, che devono essere prorogati fino al 2022 ed incentivi e iniziative fiscali che compensino gli investimenti che andremo a fare. Ci vuole il credito d’imposta su affitti ed investimenti tecnologici, oltre al prolungamento della moratoria. E’ impensabile che a mercato non ripartito si possa tornare a pagare”.
U come Urgenza ha proseguito Ivana Jelinic presidente Fiavet: “Quell’urgenza sconosciuta alla nostra politica, che si scontra con la farraginosità della burocrazia. La preoccupazione che le nostre aziende manifestano nei confronti di dipendenti e fornitori è esasperante e si combina con la mancanza di date certe e informazioni certe. Vorremmo sapere con certezza cosa ci attende, perché questa sensazione di essere appesi non è più sostenibile”.
E quindi si continuerà a fare B come Battaglia, anche se con i toni consoni al turismo, cortesia e rispetto. “In questo Paese però l’estremo rispetto è confuso con la troppa bontà – ha dichiarato Enrica Montanucci, presidente di Maavi, per la prima volta sul palco con le altre sigle – È un sacrosanto diritto continuare a fare un lavoro che in molti facciamo da sempre, e non si può vedere tutto distrutto dall’ignavia delle istituzioni”.
Soprattutto in termini di aperture dei viaggi all’estero, tema su cui stiamo davvero troppo indietro rispetto ai nostri concorrenti europei. Da qui la I di Internazionalizzazione: “Il nostro problema oggi è la mancanza di prodotto, ci manca il mondo – ha spiegato Domenico Pellegrino, presidente Aidit – Abbiamo corridoi arrivati in ritardo, onerosi da sostenere, pochi e stretti. Abbiamo una bomba innescata che si chiama voucher, abbiamo la necessità di un rilancio dei consumi. Gli altri paesi stanno godendo dell’incapacità del nostro”.
Un appello fatto in nome di T come Tutto il Turismo “perché quando si parla di turismo si parla di cosi tante cose che poi non si riesce a far capire il turismo organizzato. Abbiamo fatto un grande errore in passato, non abbiamo tenuto rapporti come si deve con le istituzioni – ha detto Franco Gattinoni, presidente di Fto, riferendosi ad alcune tra le associazioni presenti – Le priorità oggi sarebbero altri ristori, ma quello che mi auguro di più è che ci facciano lavorare. Se ci devono tenere chiusi per decreto ci devono dare i soldi, ma visto che soldi ce ne sono pochi ci facessero lavorare. Non possiamo più pensare di essere speciali in una Europa che sta viaggiando”.
Anche perché, prima si comincia e prima si arriverà di nuovo a regime, passaggio non immediato per il turismo organizzato. “La O sta per Organizzato – ha concluso Pier Ezhaya, presidente Astoi – Le istituzioni non colgono la complessità del nostro lavoro. Ad aprile siamo stati oggetto di una campagna mediatica devastante contro le vacanze all’estero; per loro siamo quelli che vogliono esportare capitali all’estero, senza pensare che siamo aziende italiane”.
Un acronimo che quindi esprime un messaggio forte e ripetuto, con l’augurio che dal 25 ottobre vengano rimossi i divieti e si possa tornare a viaggiare. E le agenzie di viaggi si faranno trovare pronte e volenterose, come hanno dimostrato di essere negli ultimi due anni.