Il 2022 sarà un anno che segna la ripresa secondo l’indagine di Statista presentata all’Itb di Berlino, da cui risultano numeri complessivamente in crescita del 46%, passando da un giro d’affari di 260 miliardi ad uno di 353 miliardi di euro. La ripresa completa è prevista per il 2024 anche se ora pesa l’incognita Russo-Ucraina, sia per la mancanza dei viaggiatori provenienti da questi paesi, che nel 2019 avevano prodotto il 3,2% della spesa turistica mondiale, sia per le conseguenze economiche della guerra.
Dal sondaggio, realizzato con oltre 2.000 interviste nei mercati Germania, Stati Uniti e Gran Bretagna, sono risultati anche alcuni macro trend che hanno caratterizzato gli ultimi due anni e che molto probabilmente continueranno nel futuro.
La nuova parola d’ordine è flessibilità. Dall’inizio della pandemia questo aspetto è diventato un must assoluto dell’industria turistica. Si sono drasticamente accorciati i tempi di anticipo della prenotazione sulla partenza: se nel 2019 la maggior parte dei turisti tedeschi decideva la vacanza tre mesi prima, oggi solo il 28% ha mantenuto questa abitudine mentre almeno il 25% decide con meno di un mese di anticipo. E’ aumentato il ricorso alle assicurazioni di viaggio e alle app di prenotazione, cresciute del 40% in Germania.
Spopola il turismo domestico, sia tra il pubblico più adulto che quello giovane, e la sostenibilità si conferma una parola chiave nella scelta.
Per quanto riguarda le strutture ricettive, la scelta ricade soprattutto sul soluzioni smart, ad alto apporto tecnologico e magari con utilizzo di intelligenza artificiale. Il che si traduce anche in una maggiore personalizzazione dei servizi.
Restano in voga le workations, i viaggi che abbinano vacanze di piacere a spostamenti di lavoro. Questo si traduce nella ricerca di posti dove poter lavorare da remoto o comunque abbinare meeting e sightseeing. Si stat creando quindi un nuovo mercato, che non è né di viaggi business né di leisure, ma un’entità a sé.