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Folla sulla neve? Ipotesi numero chiuso sulle Dolomiti

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Per fronteggiare l’overtourism sulle Dolomiti potrebbe diventare operativa la drastica misura del numero chiuso: i Comuni di Auronzo e della Val Pusteria stanno vagliando le modalità di questo provvedimento per tutelare le aree turistiche più fragili, in particolare le Tre Cime di Lavaredo, Patrimonio Unesco, dove nel corso della passata stagione estiva si è toccato il record di oltre 14mila presenze turistiche giornaliere.

La notizia l’apprendiamo da il nord-est.it: un primo allarme è stato lanciato dalle giunte comunali di Dobbiaco, Sesto, Villabassa, Braies e San Candido – la terra natia del personaggio sportivo del momento Yannik Sinner –  e anche dalle associazioni turistiche locali, che hanno evidenziato sui media nazionali e locali il pericolo di questo “pressing turistico” sugli equilibri ambientale.

I tre fattori ad alta criticità, già individuati dagli amministratori locali, riguardano la viabilità, il sovraffollamento dei sentieri naturalistici e i parcheggi selvaggi che compromettono la fruibilità delle destinazioni. In un’esplicita denuncia, riportata sempre dal quotidiano online nordest.it, il sindaco di Dobbiaco, Martin Rienzer, ha dichiarato che «la situazione attuale danneggia tutti, i visitatori che si aspettano un luogo incontaminato e la popolazione locale, sempre più avversa al turismo di massa. Il territorio delle Tre Cime è compromesso da decenni di flussi eccessivi di turisti. Servono soluzioni per limitare gli accessi».

La misura più efficace che sembra essere condivisa dalle varie amministrazioni locali è l’introduzione di un sistema di prenotazione per limitare il numero di visitatori giornalieri e il potenziamento del trasporto pubblico con l’introduzione di prenotazioni obbligatorie per gli autobus, che ridurrebbe concretamente l’uso dei mezzi privati. Tale prospettiva sembra concretizzarsi proprio mentre la località di Roccaraso, in centro Italia, è stata presa d’assalto lo scorso weekend da un’ondata anomala di visitatori. I video delle folle sulla neve sono poi diventati virali sui social generando sconcerto e indignazione.

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