Dieci mesi di interlocuzioni con il governo per salvare il turismo, di cui la metà da presidente Astoi. La misura deve essere davvero colma se – al termine di un anno tanto concitato – il capo dell’associazione tour operator (nonché direttore generale t.o. Alpitour) arrivi ad associare il Mibact e il suo ministro Dario Franceschini al teatro dell’assurdo. Riportiamo, di seguito, il post in punta di penna di Pier Ezhaya su LinkedIn. Una riflessione-sfogo che, per contenuto e stile, ci sentiamo di condividere appieno.
“In riferimento ad una lettera di Federturismo, pubblicata sui quotidiani e indirizzata al Presidente Mattarella, il ministro Franceschini ha commentato che se non fosse un ministro l’avrebbe firmata anche lui. La lettera, sottoscritta anche da Astoi, mirava a sensibilizzare il Quirinale sui pochi ristori che ha avuto il turismo e sui limiti delle risorse assegnate al comparto nella bozza del Recovery Plan. Sentire un ministro (anche) del Turismo dire che condivideva le proteste delle associazioni è come sentir dire a un portiere di una squadra di calcio che condivide il dissenso dei tifosi per tutti i gol che prende o uno chef accodarsi alle lamentele degli avventori del suo ristorante per la scarsa qualità dei piatti offerti. Francamente mi manca un pezzo. Chi è il responsabile di queste scarse misure e della pochezza di fondi (e di idee) destinati al turismo nella bozza del Recovery Plan? Quando andavo al liceo, la mia professoressa di lettere ogni giovedì portava tutta la classe a teatro e c’è stato un periodo in cui abbiamo seguito il filone del teatro dell’assurdo di Ionesco e Beckett. Oggi sarebbe entusiasta di questa pièce del teatro dell’assurdo, peccato che non siamo su un palco ma nella vita reale con migliaia di vite appese a queste decisioni”.