Franceschini: «Il Piano strategico del turismo sarà aggiornato»

by Andrea Lovelock | 16 Dicembre 2020 11:00

Il turismo è il più colpito dall’emergenza Covid, con imprese che hanno subito una crisi durissima con perdite ingentissime, ma il settore sarà anche quello che potrà ripartire più velocemente di altri, con uno sviluppo imponente ed occorre puntare su qualità dell’offerta ed eccellenza nelle infrastrutture con un aggiornato Piano strategico.

Questa, in estrema sintesi, la diagnosi e le prospettive tracciate dal ministro per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo, Dario Franceschini, durante il suo intervento alla IX cabina di regia per l’Italia Internazionale organizzata dal ministero degli Affari esteri. Quasi una roadmap per la rinascita del comparto più dinamico e vitale per l’economia italiana che oggi versa in condizioni disperate.

«Una situazione drammatica – ha spiegato il ministro Franceschini – aggravata dal fatto che nel 2019, almeno il 50% del turismo in Italia era turismo internazionale. Oggi dobbiamo aiutare le imprese e i lavoratori del turismo a superare le difficoltà, ma sappiamo che il turismo tornerà imponente e ripartirà prima di altri settori. Una volta superata la pandemia, le persone avranno voglia di viaggiare e l’Italia è nel mondo in cima ai desideri di tutti. Dobbiamo prepararci a quel momento. Il Piano strategico del turismo che stiamo iniziando ad aggiornare indicava delle strade e mantiene la sua validità. Dobbiamo usare questa fase per costruire la possibilità di richiamare un turismo numeroso, ma di qualità, colto, con capacità di spesa, non quello a basso costo e poco rispettoso, che morde e fugge e non lascia niente».

Da qui l’auspicio con una bozza di strategia illustrata dal ministro che specifica: «Il pericolo è che si ritorni ad una situazione di super affollamento, soprattutto delle città d’arte, e alla necessità di governare flussi esponenziali di turisti».

Per questa serie di motivi Franceschini ha indicato alcune richieste da inserire nel Recovery: una grande riqualificazione delle strutture ricettive, infrastrutture materiali come l’alta velocità e immateriali come quelle digitali, la valorizzazione dell’Italia minore, l’Italia dei borghi, delle ferrovie storiche, dello slow food. «E infine una grande campagna di promozione, che stiamo facendo insieme al Maeci, che punti sulla differenziazione degli attrattori turistici, ma anche ai grandi eventi, come per esempio l’anno di Dante. Stiamo lavorando con le nostre strutture nel mondo perché ogni evento deve puntare alla costruzione di una identità nazionale e alla promozione turistica del Paese».

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