Completo da ministro d’ordinanza, il titolare del turismo avanza dunque tra i banconi. Prima tappa i 380 mq dell’Emilia Romagna: lui, ferrarese doc, indugia sui prodotti turistici della “Via Emilia-Experience”; dopo un rapido saluto anche allo stand della Repubblica di San Marino si avvia verso altre mete. «Allora come funziona: ci sono le regioni e i comuni, mentre il resto del mondo nell’altro padiglione, giusto?», chiede conferma a chi lo circonda e lo scorta come fossero guardie del corpo – Ogni tanto tra la folla qualcuno però riesce a fare breccia: «Ministro, ministro venga anche da noi in Basilicata»; «Non dimentichi le Marche»; «Ci siamo anche noi di Chioggia»: intorno è un tourbillon di inviti.
«Ministro, una battuta?». Al microfono Franceschini si illumina. «Le previsioni del 2016, per il comparto del turismo, sono addirittura migliori rispetto al 2015 – spiega dritto in camera – Nonostante questi anni difficili il turismo è cresciuto anche nel 2015 e vogliamo continuare a investire». Effetto Expo? «Expo è andato molto bene, nonostante quelli che speravano andasse male, e ha dato un grande contributo all’immagine dell’Italia. Organizzare un evento di quelle dimensioni rappresenta un traino positivo per il Paese, non solo per Milano». Un effetto che però la Capitale non vede per il Giubileo. «Si è fatto un paragone assurdo tra il Giubileo e l’Expo. Sono due cose ben diverse. Roma deve crescere e lo farà, a prescindere dai pellegrini». L’Opera Romana Pellegrinaggi ringrazia.
La marcia continua. Tocca al Lazio dove lo “braccano” gli imprenditori di Ventotene. Una lunga chiacchierata, sorrisi a denti stretti e poi si vedrà. Il corteo ormai ha catturato gli sguardi di tutti i presenti. Allo stand del Comune di Milano c’è la coppa della Champions League. «Ministro una foto?» Franceschini tira fuori lo smartphone e scatta. «Ma non la tocco, non vorrei portasse male». Si arriva alla Campania. E’ giusto in corso la conferenza stampa per presentare la XIX edizione della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico e il nuovo logo del Parco Archeologico. Impossibile sottrarsi. «La Campania ha tutte le potenzialità per scommettere sul suo futuro turistico» conferma. Poi l’immancabile foto con maglietta e logo mentre qualcuno allunga una shopper di tela. «Grazie ministro. Ci sono le mozzarelle. Quelle di Paestum». Altro banco, altri scatti, lamentele, sorrisi e strette di mano.
Complimenti e riverenze al mega stand allestito dalla regione Calabria, poi la Sicilia e le bellezze naturali delle Egadi, infine il presidente della Puglia, Michele Emiliano lo accoglie sotto l’hashtag “weareinpuglia”. Si parla dell’emergenza trasporti, dell’aumento delle tasse aeroportuali di 2,50 euro a passeggero («non è un dramma» sentenzia) e soprattutto dei treni veloci. «Ci vorranno cinque e o dieci anni, non importa – promette il ministro – ma bisogna mettere strategicamente a sistema che l’Alta velocità deve arrivare in Sicilia». Intanto, fa osservare il Movimento 5 Stelle, c’è ancora l’odissea Salerno-Reggio da completare mentre la tratta Napoli-Bari ha subìto un nuovo stop per un articolo dello Sblocca Italia ritenuto dalla Consulta troppo a favore del governo rispetto alle regioni.
«Ministro, l’assenza di Enit si è comunque notata e ha suscitato un po’ di polemiche…». Franceschini sbotta: «Lo chieda al suo presidente. E comunque Enit sta seguendo una precisa strategia». Bene allora esiste, c’è e lotterà insieme a noi. Il turismo italiano ci spera.