by Carla Villani | 7 Febbraio 2025 9:23
Come si dice stangata in francese? Il governo transalpino ha approvato, a partire dal primo marzo 2025, l’aumento delle tasse sulle tariffe aeree per importi che vanno da 7,4 euro fino a 2.100 euro aggiuntivi ai costi dei biglietti.
Nel dettaglio, il testo dell’emendamento fissa dunque il balzello, per le destinazioni europee, a 7,40 euro per biglietto rispetto ai 2,63 euro attuali, come spiega Preferente.com.
Per le destinazioni intermedie si pagherà una tassa di 15 euro, mentre per quelle a lungo raggio (oltre 5.500 km) se ne pagherà una di 40 euro, rispetto ai 7,51 euro attuali. Discorso che vale per l’economy, perché la tassa sale a 420 euro per un volo europeo e a 2.100 euro per un volo a lungo raggio se ci si concede il (caro) lusso della business class.
Sono quindi diventate realtà le voci che già circolavano da qualche tempo legate alla volontà del nuovo esecutivo, guidato da François Bayrou, di voler aumentare la Tsba, meglio conosciuta come tassa Chirac, nel tentativo di rimpinguare le casse dello Stato e risanare il pesante deficit di bilancio della Francia, che si aggira intorno ai 60 miliardi di euro. La tassa sull’aviazione porterebbe introiti stimati per circa un miliardo l’anno.
Del possibile incremento della tassa – introdotta nel 2006 per finanziare la lotta all’Aids in Africa – se ne era già parlato a fine 2024, con dure critiche dal settore dell’aviazione, a partire da Willie Walsh, direttore generale di Iata: «Se queste proposte verranno attuate, sarà un disastro per la Francia. Non si può tassare la prosperità. Perché l’aviazione è un motore dell’occupazione ma anche della prosperità stessa, oltre che un acceleratore della crescita in altri settori dell’economia».
Aspri attacchi anche da parte dalla Fédération Nationale de l’Aviation et de ses Métiers. E, oltre al malcontento, le indiscrezioni avevano causato, a ottobre, una perdita del 10% in Borsa del titolo Air France-Klm.
Ora che l’aumento è stato approvato, le conseguenze potrebbero essere più pesanti rispetto a un semplice rincaro dei biglietti aerei, tanto che i sindacati francesi già sono in rivolta. E non sono gli unici. Come riporta il quotidiano locale 20minutes, il ceo di Air France Benjamin Smith ha condannato la manovra, definendo la Francia «il Paese più tassato d’Europa» e il balzello «una tassa sull’accesso alla Francia».
Profondamente contrario anche Thomas Juin, presidente dell’Union des Aéroports Français (Uaf), che ha denunciato una misura «economicamente irresponsabile» che minaccia la connettività regionale, l’attività degli aeroporti regionali e le collettività d’oltremare.
Juin accusa il governo di mettere il trasporto aereo francese in una posizione di svantaggio a favore degli hub europei: «A differenza di molti altri Paesi – ha dichiarato in conferenza stampa, come riporta Aeromorning.com – il nostro ha scelto di punirci con una tassazione irragionevole che indebolirà il settore dell’aviazione francese, l’industria turistica e renderà le nostre regioni meno accessibili».
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