by Claudia Ceci | 2 Ottobre 2018 11:34
Un’imbracatura per scoprire la libertà. È una delle chiavi di lettura della Frasassi Experience, tappa molto particolare del Grand Tour delle Marche nel territorio fabrianese, organizzata dall’Unione montana Esino Frasassi con Tipicità di Angelo Serri e Alberto Monachesi, in collaborazione con l’agenzia di viaggi e tour operator Aleste Tour. Funi, cinghie e moschettoni per esplorare la montagna, dentro e fuori.
Prima con il percorso speleologico in tuta, stivali, caschetto e guanti nelle profondità delle grotte di Frasassi tra stalattiti, stalagmiti, buio e silenzio, accompagnati da due guide esperte in un paesaggio a cui gli occhi non sono abituati. Poi alla luce del sole, nel parco vicino al vecchio mulino, con il percorso avventura immersi nel verde lungo il fiume Sentino, arrampicati in cerca di equilibrio su cavi sospesi sull’acqua, tra ponti tibetani e carrucole.
Comune denominatore del tour nel parco naturale della Gola Rossa e di Frasassi è stato la possibilità di “sporcarsi le mani” con gusto e di condividere le esperienze con il gruppo. Come la serata archeo gastronomica e la cena del legionario a Sassoferrato, con i piatti ispirati all’antica cucina romana da dividere con i commensali. O il picnic sull’erba col cestino e le specialità del territorio, tra focacce ripiene di ciauscolo, formaggi, legumi biologici, polenta di mais antico. E ancora il pranzo nel vigneto a Cerreto d’Esi, con annessa grigliata di carne. Per non dimenticare la merenda con i calcioni, dolci di pastafrolla con pecorino e limone.
Il tutto innaffiato dall’eclettico Verdicchio, vino marchigiano ormai comunemente definito un rosso vestito di bianco. Se il buon cibo ha messo d’accordo tutti, non son state da meno l’ospitalità, la cura dei dettagli, le passeggiate tra natura e storia medievale, con alcuni dei borghi più belli d’Italia, attraversando per esempio il centro storico di Sassoferrato o le copertelle di Serra San Quirico, passaggi coperti di origine longobarda; vivendo la festa di paese per San Cristoforo nel borgo di Vallemania; o ancora passeggiando in notturna nel parco nazionale per ascoltare i suoni del bosco e degli animali, in cerca dell’ululato dei cuccioli di lupo.
Punto di raccordo è Fabriano, dove non perdere la piazza triangolare del Comune o il teatro Gentile di fine ‘800, considerato il secondo in Europa per acustica. E tornando a quello sporcarsi le mani, proprio a Fabriano si può imparare a fabbricare un foglio di carta al museo della Carta e della Filigrana – tra vasche di acqua e cotone, attrezzi e setacci – aiutati dal mastro cartaio a comporre, filtrare e asciugare.
Per finire, quasi al tramonto, la terza edizione della rievocazione della battaglia delle Nazioni a Sassoferrato, nel sito archeologico del Sentinum. Per intenderci, quella che sancì la supremazia dell’impero romano nell’Italia centrale.
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