Fronte voli all’Ue: «Norme su aiuti di Stato da riscrivere»
È fronte comune quello tra Aci Europe, che rappresenta le principali compagnie aeree del vecchio continente e Assaeroporti: gestori aeroportuali e vettori chiedono a gran voce all’Unione Europea una radicale revisione delle norme che regolamentano gli aiuti di Stato, per salvare la connettività aerea europea.
La pressante richiesta condivisa arriva a conclusione della consultazione pubblica avviata dalla stessa Commissione europea proprio per valutare la revisione della normativa sugli aiuti di Stato agli aeroporti e alle compagnie aeree.
Nei rispettivi contributi trasmessi a Bruxelles, Aci Europe e Assaeroporti hanno sottolineato l’importanza che le nuove regole individuino adeguati strumenti per consentire al settore di accelerare la transizione ecologica e preservare il ruolo cruciale degli aeroporti regionali per lo sviluppo economico e sociale, la connettività e l’accessibilità dei territori.
Le due associazioni hanno rimarcato soprattutto la necessità di considerare i numerosi fattori che hanno segnato profondamente il trasporto aereo negli ultimi anni: dai cambiamenti strutturali del mercato al contesto geopolitico instabile alla recente crisi pandemica senza precedenti. A ciò si aggiunge l’Agenda climatica europea, che influenzerà in misura sempre maggiore l’evoluzione del comparto.
SETTORE AEREO EUROPEO: SERVONO INVESTIMENTI PER 61 MILIARDI
Affinché l’aviazione possa contribuire al raggiungimento degli ambiziosi obiettivi climatici Ue, le due associazioni hanno chiesto di includere nelle linee guida una nuova specifica sezione, che tenga conto delle peculiarità del settore, volta a sostenere gli investimenti green degli aeroporti, dai più piccoli ai più grandi. Investimenti ingenti che, per il comparto, sono stati stimati in 61 miliardi di euro l’anno nel recente “Rapporto sul futuro della competitività europea” di Mario Draghi. Ulteriore punto di attenzione indicato nelle risposte alla Commissione ha riguardato gli aeroporti regionali, essenziali per l’accessibilità, la competitività e lo sviluppo economico e sociale delle diverse aree del Paese.
Come infatti dimostra il recente studio “Economic analysis of the profitability of regional airports”, commissionato da Aci Europe, Assaeroporti e dalle associazioni degli aeroporti tedeschi (Adv), francesi (Uaf) e rumeni (Raa), gli aeroporti di minori dimensioni non riescono, il più delle volte, a coprire i costi di esercizio, a causa di oneri in gran parte fissi – ossia indipendenti dal volume di passeggeri – destinati ad aumentare per effetto della transizione ecologica. Sulla base di tali evidenze, la proposta delle cinque associazioni è quella di consentire agli Stati membri, nel rispetto dei criteri di compatibilità con il mercato interno, l’eventuale erogazione dei cosiddetti “aiuti al funzionamento” anche oltre il 2027.
Rilevante per il contesto italiano è infine l’esigenza di definire misure idonee a tutela del diritto alla mobilità dei cittadini delle isole e delle regioni remote. La palla torna ora alla Commissione europea che, terminata l’analisi dei contributi ricevuti, avvierà consultazioni mirate con gli stakeholder e gli Stati membri per definire nel prossimo biennio il nuovo quadro normativo.