by Giorgio Maggi | 30 Ottobre 2018 11:05
Tutto come previsto, l’offerta da parte di Ferrovie dello Stato per salvare Alitalia verrà fatta entro la data prevista del 31 ottobre. Quello che è emerso dal cda di Fs convocato lunedì pomeriggio,[1] però, non è una cambiale in bianco sul futuro dell’alleanza intermodale treno-aereo di cui tanto si è parlato nelle ultime settimane. Secondo quanto indicato da Milano Finanza, dall’assise è arrivata infatti una fumata grigia: «L’offerta, a quanto pare, ci sarà ma condizionata a successiva verifica di alcune condizioni che l’amministratore delegato Gianfranco Battisti ritiene imprenscindibili per salvaguardare le priorità del Gruppo, come gli investimenti per migliorare il servizio dei treni regionali».
In concreto, come anticipato anche da questo giornale ieri[2], Ferrovie potrebbe procedere inizialmente da sola, presentando un’offerta condizionata all’ingresso di altri partner e soprattutto di una compagnia aerea estera, che con buone probabilità dovrebbe essere la statunitense Delta, interessata come Alitalia a sviluppare ulteriormente i collegamenti da una capo all’altro dell’Atlantico, uno dei pochi mercati su cui anche l’Alitalia attuale sta generando profitti. Senza contare che proprio il vettore di Atlanta ha una partecipazione di circa il 10% nel capitale di Air France-Klm, l’altro partner della joint venture transatlantica che, in vista della scadenza naturale del 2022, è tutta da ridiscutere.
Tra gli altri pretendenti alla mano della nuova Alitalia – lo schema, si leggeva ieri su Il Messaggero, prevede che le Ferrovie si mettano alla guida del vettore, rilevando tutto il capitale sociale che finirà in una newco, mentre la percentuale di capitale che andrebbe al partner estero dovrebbe essere inferiore al 30% – non manca ovviamente Lufthansa, che alla pari di easyJet non ha mai nascosto il proprio interesse per una compagnia ristrutturata.
Se dunque tutto lascia prevedere che, difficilmente, entro il 31 ottobre arriveranno sul tavolo dei commissari le proposte provenienti dall’estero, adesso il dossier è tutto sulle spalle del Gruppo guidato daBattisti che avrebbe posto tra le condizioni anche l’ingresso nell’azionariato di altri soggetti di natura pubblica. Tra questi, il cui coinvolgimento potrebbe essere definito entro la fine dell’anno, ci dovrebbe essere Cdp, Leonardo e Poste.
«Da sola infatti Fs non può reggere la competizione internazionale nei cieli, né mettere a punto strategie aggressive sul mercato. Senza contare l’impegno finanziario, si parla di almeno 1,5 miliardi, per dare sprint alla compagnia di bandiera, focalizzandola sul lungo raggio», sottolineava il quotidiano romano.
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