Conto alla rovescia per l’offerta vincolante di Ferrovie dello Stato finalizzata a rilevare il 100% di Alitalia e procedere, poi, alla seconda fase del salvataggio prospettata dal governo M5S-Lega. Un piano che prevede l’ingresso in futuro di investitori privati, in particolare di una compagnia aerea internazionale (in gioco ci sono Lufthansa, easyJet e Delta, ndr).
Intanto, la prima mossa di Fs è stata compiuta proprio in queste ore e riguarda un aspetto finanziario di primo piano: si tratta dell’aggiornamento del Programma di emissioni obbligazionarie del Gruppo alla Borsa di Dublino con l’ampliamento del plafond fino a 7 miliardi di euro. Un passaggio che, secondo alcuni analisti, prelude a impegnare buona parte di questo importo nell’operazione di salvataggio di Alitalia.
L’originario programma di obbligazioni prevedeva un plafond di 4,5 miliardi di euro necessari a far decollare l’impegnativo piano di ammodernamento dei treni regionali. A settembre, infatti, il Gruppo aveva presentato i nuovi treni dai nomi evocativi, Rock e Pop, che entreranno progressivamente in servizio nelle regioni italiane a partire dal mese di maggio del prossimo anno, con lo scopo di migliorare il servizio dedicato ai pendolari. I due convogli, interamente prodotti in Italia, sono riciclabili al 95% e garantiscono una riduzione dei consumi energetici di circa il 30%.
Ora, con l’ampliamento del plafond e dopo aver sottoscritto la documentazione con 26 banche internazionali, appare evidente come il Gruppo intenda assicurarsi le coperture necessarie per portare a termine l’acquisizione di Alitalia.
Sul valore dei bond sarebbe decisiva, però, la valutazione delle agenzie di rating sull’Italia (un ulteriore declassamento sarebbe un duro colpo anche per Fs, ndr), anche se il Programma di emissioni obbligazionarie ha già visto confermati gli attuali rating BBB sia da Standard and Poor’s che da Fitch.