by Andrea Lovelock | 12 Giugno 2024 15:04
È iniziato l’inevitabile effetto domino dopo il crac di Fti Touristik[1] dell’omonino Gruppo che ingloba catene alberghiere e società di noleggio: a una settimana dall’annunciato fallimento del terzo t.o. di Germania, infatti, anche l’affiliata tedesca BigXtra Touristik e la filiale francese Fti Voyages Sas hanno dichiarato fallimento per insolvenza. La prima ha presentato la sua istanza al tribunale di Monaco, la seconda ha presentato il suo stato di insolvenza al tribunale della città di Mulhouse.
Annunci che seguono di poche ore le prime defezioni e fuoriuscite di alcune strutture ricettive dai brand alberghieri[2] di casa Fti, tra cui Meeting Point Hotels, Labranda, Lemon & Soul Hotels. I proprietari degli immobili sarebbero infatti preoccupati di non ricevere più i canoni d’affitto in presenza di una totale assenza di liquidità del Gruppo tedesco.
C’è poi il versante consumatori: ad oggi si stima che siano almeno 65.000 i clienti da riproteggere dopo la sospensione delle partenze iniziate il 5 giugno scorso fino a metà mese e per questa tutela sono state già attivate le procedure del Fondo di garanzia tedesco[3] (Drsf) e la apprezzata disponibilità di altri due colossi del tour operating, Tui e Dertour[4], ad assistere i passeggeri in possesso di pacchetti turistici regolarmente pagati e in procinto di partire per le vacanze.
Intanto, si moltiplicano le domande su cosa succederà ai viaggiatori che hanno prenotato le vacanze con Fti nei prossimi mesi “caldi” di luglio e agosto e quali sono i piani del curatore fallimentare, Axel Bierbach, il quale ovviamente non ha rilasciato alcuna dichiarazione, salvo assicurare la massima attenzione per tutti i soggetti coinvolti nel crac, dai clienti ai dipendenti del colosso – quasi 12.000 persone – fino ai fornitori di servizi.
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