La commissione trasporti di Fto – Federazione Turismo Organizzato ha eseguito una diffida ai danni di Ryanair, condannando duramente la posizione della low cost irlandese che identifica ed equipara le prenotazioni delle agenzie di viaggi a quelle effettuate da Ota e siti di screen scraping, ovvero che utilizzano la tecnica informatica di estrazione di dati da vari siti web.
“Il vettore – spiega l’associazione guidata da Franco Gattinoni – scarica la responsabilità dei mancati rimborsi sulle agenzie, che opererebbero applicando sovrapprezzi per bagagli e posti a sedere, che fornirebbero informazioni false, comunicando dati di carte di credito virtuali”.
“Ryanair – prosegue la nota di Fto – afferma che i ritardi nei rimborsi sono conseguenza di pratiche commerciali scorrette delle agenzie e assoggetta il passeggero a una procedura di verifica dati, non prevista in fase di prenotazione, con profili critici in ordine alla normativa che tutela i dati personali. Ryanair invita i passeggeri a prenotare unicamente tramite il sito ufficiale, invitando gli utenti a diffidare delle adv che potrebbero non trasferire i rimborsi ottenuti da Ryanair”.
L’associazione contesta duramente l’operato della compagnia aerea irlandese: “Il contenuto delle informazioni diffuse da Ryanair è lesivo del lavoro e della professionalità di migliaia di agenzie di viaggi, che quotidianamente supportano i propri clienti. L’emissione di biglietti aerei è un’attività che le agenzie possono svolgere per legge, richiesta dai passeggeri stessi, che volentieri pagano un compenso per l’attività professionalmente espletata. Esse possono peraltro acquistare i voli per assemblare dei pacchetti turistici che soggiacciono a diverse regole e tempistiche di rimborso”.
Ryanair, a fronte di regolari pagamenti effettuati tramite le agenzie di viaggi per l’acquisto di biglietti aerei poi cancellati dal vettore, “nega e ritarda i dovuti rimborsi. Le informazioni rese da Ryanair secondo cui le agenzie sarebbero Ota che utilizzano «fake virtual credit card» è censurabile e priva di fondamento, posto che i biglietti di cui si chiede il rimborso sono stati regolarmente pagati. Il vettore deve rimborsare ai sensi di legge utilizzando la carta di credito usata per l’acquisto dei biglietti; tutto il resto appare pretestuoso e destinato a ledere i diritti dei passeggeri”.
Fto ha deciso di intraprendere azioni incisive per far cessare queste comunicazioni, “che alterano la realtà dei fatti a danno delle agenzie e per evitare che vengano chiusi gli account intestati alle stesse, con danni e disagi che si riversano anche sui viaggiatori”.