Saranno sempre meno le compagnie aeree che voleranno in Iran. Alitalia e Lufthansa escluse, infatti, con la decisione degli scorsi giorni di British Airways di sospendere i propri collegamenti tra Londra e Teheran a partire dal prossimo 23 settembre, sono ormai quasi tutti i vettori europei che negli ultimi mesi hanno cancellato, o ridotto fortemente, i voli verso il Paese mediorientale in conseguenza della perdita di profittabilità di quelle rotte.
In precedenza, infatti, avevano tolto l’Iran (non solo la capitale, ma anche mete come Ispahan e Shiraz) dai propri network vettori come Austrian Airlines, ma anche Etihad e Air Astana, oltre ad Air France che aveva delegato, da quest’anno, Joon ad operare la tratta da Parigi alla capitale iraniana. Per il vettore transalpino, l’abbandono definitivo degli operativi avverrà il prossimo 18 settembre, mentre sei giorni dopo toccherà anche ai cugini di Klm rinunciare a volare verso Teheran.
Per tutti, ovviamente, il motivo di tali abbandoni sono le sanzioni economiche e commerciali reintrodotte dall’amministrazione Trump lo scorso maggio che, nel giro di pochi mesi, hanno provocato la flessione non solo del traffico corporate, ma anche di un mercato turistico, quello iraniano, che negli ultimi tre anni aveva registrato un vero e proprio boom (nel solo 2016 erano stati 5 milioni i turisti stranieri).
Tra le poche compagnie europee che, invece, continueranno a volare verso Teheran rimangono Lufthansa (da Francoforte) e Alitalia, che prosegue a collegare Roma con la capitale iraniana ogni giorno.