Polonia, Lettonia, Germania Inghilterra e Stati Uniti, sono i Paesi con più turisti in visita alla Lituania, Paese più meridionale tra quelli Baltici. E l’Italia? Gli italiani stanno tornando dopo la pandemia nel Paese che nel 2019 aveva registrato il record di quasi 50mila visitatori nostrani.
Nei primi 6 mesi del 2024, a visitare la regione sono stati poco meno di 20mila, segnando al momento un +8% rispetto all’anno precedente e facendo rimanere l’Italia come il Paese dell’Europa occidentale da cui provengono i maggiori flussi. Interessante è il dato sulla permanenza media che nel 2023 era già in leggero aumento rispetto al 2022 (2,84 notti vs 2,14), ed è decisamente positivo se confrontato con i livelli pre-pandemici nel 2019 (2,02 notti), segando un +41%.
«Purtroppo in questo periodo stiamo soffrendo un po’ la guerra russo-ucraina, anche se stiamo piano piano migliorando come presenze e in generale siamo al 75% del turismo incoming rispetto al 2019, grazie anche ai tanti turisti provenienti dai Paesi a noi vicini che percepiscono meglio la situazione reale che qui è tranquillissima e nulla si è fermato», specifica Indre Rimkaite, responsabile inbound di Lithuania Travel per l’Italia, Israele Polonia e Usa.
Il mercato italiano si conferma comunque tra i primi 10, grazie anche a una ricca offerta di collegamenti con le principali città italiane realizzate da diverse compagnie low cost, ma si va disegnando in maniera diversa.
Se prima del Covid, la Lituania era spesso venduta per viaggi di gruppo e inserita come tappa nel classico tour delle Capitali baltiche, ora il nuovo turista italiano – più giovane e che viaggia solo o al massimo in coppia – sta scoprendo una regione che, oltre alla capitale Vilnius, ha molto da offrire e vale un viaggio a sé stante anche di più giorni, proponendo i temi più cari al turismo attuale: paesaggi, natura, cultura, no overtourism e tutto in chiave possibilmente slow, lontano dalla velocità dei viaggi di gruppo di una volta.
«Abbiamo tanti parchi, tanti paesaggi caratteristici, luoghi di cultura e tanto patrimonio Unesco, oltre Vilnus – spiega la responsabile di Lithuania Travel – Da noi il turista può vivere esperienze autentiche in luoghi particolari, come per esempio la visita della nostra costa fino alla penisola Curlandese, una sottile striscia di terra che si estende per 98 chilometri, separando il Mar Baltico dalla Laguna dei Curi, che con le sue dune di sabbia e il suo ecosistema è patrimonio dell’Umanità».
La sfida del piccolo Paese ora è far scoprire tutta la bellezza della sua terra e la difficoltà è convincere i grandi tour operator a proporre una Lituania come destinazione a sé, e, se per questo servirà tempo; «intanto – sottolinea la responsabile – ci stiamo anche rivolgendo ai piccoli operatori che amano magari sperimentare e proporre nuovi luoghi e strutture diverse, come quelle che abbiamo nei boschi fuori dalle città, con poche camere o come i glamping o le casette sugli alberi».
La nuova offerta turistica del Paese include anche la gastronomia, specialmente ora che la Lituania è entrata nella rosa dei Paesi con ristoranti Michelin con 25 locali raccomandati come luoghi in cui gustare delizie culinarie e 4 ristoranti che hanno ricevuto la prestigiosa stella; diversi sono anche i festival dedicati al cibo e alla cucina locale, come il famoso Pink Soup Fest che omaggia la tradizionale zuppa rosa del Paese a base di barbabietola.
A spingere ulteriormente la destinazione per il 2025 è poi la nomina di Vilnius come “Capitale Verde Europea”; la città ha in vista eventi e iniziative mirate a promuovere stili di vita sostenibili e pratiche ecologiche, un ottimo biglietto da visita per il turista sostenibile.