Fuga detox in Tuscia, benvenuti nella Provenza italiana

15 Luglio 07:00 2020 Stampa questo articolo

Il venticello leggero smorza l’afa della controra e fa risuonare le chiome degli alberi. Un raggio di sole riesce a penetrare tra le foglie e illumina il bicchiere colmo di pinot nero, mentre intorno le cicale non smettono di cantare. Alzo la testa, l’enorme quercia che mi protegge avrà almeno 250 anni, eppure sembra così rigogliosa, così vivace. L’estate è esplosa in Tuscia e a me non resta che inspirare quell’energia e assistere allo spettacolo che la natura mi dona.

L’occasione per scoprire questo angolo della provincia di Viterbo è il fam trip “Undiscovered Italy Tours”, ideato da Daniela Corti Events, con il patrocinio dell’Enit. L’obiettivo è mostrare a giornalisti, event e wedding planner i magnifici borghi, castelli, giardini all’italiana e location da sogno che l’antica terra scelta dagli Etruschi offre ancora oggi.

Il tour nell’alto viterbese comincia inevitabilmente dai suoi alberi. Lecci, tigli, aceri, pini ma soprattutto distese di ulivi a perdita d’occhio e noccioli. In questa terra, così vicina ma allo stesso tempo così lontana dal caos di Roma, è possibile praticare il forest bathing, ossia un vero e proprio bagno di relax a piedi nudi nei boschi che promette di rilassare corpo e mente.

La nostra immersione green la proviamo nel parco secolare bioenergetico del natural Relais Villa Lina di Ronciglione, una tenuta che si sviluppa su 40 ettari ed è composta da cinque dimore storiche, che in passato hanno ospitato artisti come Gabriele D’Annunzio e Jean Michel Basquiat. Camminiamo a piedi nudi sull’erba, sorseggiando tisane detox, contemplando sotto ciascun arbusto i benefici effetti delle piante. Nella piccola officina chi vuole può imparare anche a trasformare lavanda e rose in saponi o cosmetici naturali.

La magia della natura in Tuscia la senti anche soltanto sporgendoti dal finestrino del van. Le colline di grano che guardano verso il mare, i campi di lavanda in fiore che colorano il paesaggio come in Provenza e le centinaia di girasoli che rallegrano ogni curva. Andando verso la costa, nella Maremma laziale, ci fermiamo al piccolo borgo di Montalto di Castro, caratteristico per i vicoli medievali con archi, mura di cinta e una piazzetta che accoglie il palazzo Guglielmotti, dimora patrizia del XV secolo accessibile solo per eventi privati. Varcare la soglia è un tuffo nel passato, tra armature da cavaliere, letti a baldacchino, una piccola cappella privata e l’austera sala da pranzo dove degustare assaggi di formaggi, ricotta e stracchino del caseificio Mammamaremma, uno dei primi aperti in zona e ancora attivo oggi.

Di borgo in borgo, raggiungiamo prima Tarquinia, nota per le necropoli etrusche perfettamente conservate, e dopo l’antica cittadina medievale di Sutri. Qui visitiamo il parco archeologico con numerose tombe etrusche, l’anfiteatro romano scavato nel tufo, il mitreo, ora in fase di restauro trasformato nel tempo nella Chiesa intitolata alla Madonna del parto e la suggestiva Villa Savorelli. La facciata di questa elegante residenza fu dipinta anche dal pittore Giorgio de Chirico, mentre il vicino bosco secolare è definito “sacro” perché una volta si credeva che le grandi foreste fossero popolate da dei, numi e ninfe.

Al centro del paese, accanto al Duomo, vale la pena visitare il museo di Palazzo Doebbing, un edificio neogotico ristrutturato, che oggi ospita un’esposizione permanente e, fino a gennaio 2021, la bellissima mostra “Da Giotto a Pasolini” curata dal sindaco in pectore Vittorio Sgarbi. Oltre 200 opere d’arte, tra sacro e profano, che lasciano davvero senza parole.

Chi conosce la Tuscia sa che questa è l’area con la maggiore concentrazione di giardini all’italiana, tra i più belli al mondo. Salendo verso la rocca di Vignanello si trova il maestoso Castello Ruspoli, un palazzo in pietra grigia, che accoglie un giardino magico. Lo spazio è diviso in 12 parterre, con magnifici disegni realizzati con siepi di bosso, gli stessi che furono scelti nel 1611 da Ottavia Orsini, figlia di Vicino, ideatore del bosco sacro di Bomarzo. Il profumo delle aiuole di mirto e timo è intenso, i colori delle ortensie vivaci e ogni angolo è delimitato da vasi di terracotta con piante di aranci e limoni. Un piccolo angolo di paradiso dove dimenticare la confusione.

Dalla rocca al lago. Prima quello di Bracciano per visitare le Scuderie Odescalchi, dagli ampi saloni e il verde curato, poi verso il lago di Vico, dove ammirare lo specchio d’acqua dai riflessi argentati all’ora del tramonto. Ovviamente sorseggiando un calice dell’ottimo vino che questa terra generosa e vulcanica regala.

LA BRANDA DI VETRALLA. La cucina che segue il ritmo delle stagioni, casali in pietra ricavati nel vecchio fienile o dal pollaio e una cura e attenzione nei dettagli che permettono ai visitatori di godere di pace e relax, immersi nella natura. Gioacchino e Alessandra sono l’anima dell’azienda agrituristica biologica Podere La Branda di Vetralla.

Qui, alle pendici del Monte Fogliano, grazie ai loro uliveti producono un olio molto apprezzato, ma anche confetture, crema di nocciole e succhi alla rosa e alla menta, rigorosamente bio. Intorno un bosco con oltre 1.850 tipi di piante, che permette di osservare anche alcune grotte etrusche, alla ricerca di fiori e alberi secolari. Il podere ha anche un’ampia struttura in vetro, con vista sui monti, dove ospitare matrimoni ed eventi ed è una fattoria didattica che lavora in rete con le realtà sociali del territorio. Un cuore davvero green.

IN TOUR TRA VINO E CALANCHI. Sangiovese su tutti. Ma anche merlot, chardonney e pinot nero. Sarà per la brezza marina o per i calanchi e quel clima fresco, la Tuscia è famosa anche per i suoi vini. A Tarquinia la Tenuta Sant’Isidoro è un’istituzione. La famiglia Palombi da tre generazioni coltiva con passione l’uva trasformandola in ottimo vino, che ha già conquistato numerosi riconoscimenti, e al quale da poco si è aggiunto anche un prelibato spumante brut.

Anche a Villa Tirrena Relais, un’elegante dimora del XVI secolo con terrazze mozzafiato che guardano sulla Valle dei Calanchi, un giardino costellato di opere d’arte, tra cui una scultura di Bansky, e saloni e camere curate con eleganza, il vino è sacro. La cantina scavata nel tufo di Paolo e Noemia D’Amico è un’esperienza unica: si passeggia su tappeti rossi, tra le botti di legno, accompagnati dalla voce sublime della Callas.

Il relais è usato soprattutto per matrimoni ed eventi privati, ma presto sarà possibile soggiornare anche per brevi weekend. Il tour, organizzato da Daniela Corti Event, è stato patrocinato dai Comuni di Sutri e Ronciglione, dall’azienda di pomodoro Ciro Flagella e la Fondazione Raponi. Partner per i servizi il Furgoncino Tiffany e Limos Fast Track.

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Serena Martucci
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