Google, Facebook. E poi il nuovo protocollo Iata della New Distribution Capability (Ndc), oltre a nuovi player capaci in futuro di aggregare più (e meglio) alcuni contenuti specifici. Il futuro dei gds finisce sotto la lente di ingrandimento di Skift, che in un lungo articolo fa i conti in tasca ad Amadeus, Sabre e Travelport, cercando di capire cosa c’è da aspettarsi per i prossimi anni in un mercato, quello della distribuzione, in rapida evoluzione.
Sul tema della disintermediazione, ad esempio, grande nemica dei gds, viene ripreso un recente report redatto dalla London School of Economics con Amadeus: “Mentre la distribuzione diretta può essere un’ottima soluzione per i brand più forti nei propri mercati domestici, per raggiungere i viaggiatori sui mercati internazionali è necessario affidarsi ai gds o alle agenzie di viaggi, ai metasearch o ai gatekeeper come Google e Facebook». Un’ipotesi quest’ultima, più facilmente perseguibile dalle major più importanti, ma meno dai vettori meno grandi, che quindi preferiranno continuare a investire sulla distribuzione tradizionale.
E non è finita, perché tra gli spauracchi del futuro prossimo venturo potrebbe esserci anche l’entrata in campo di nuovi player. «Ciò che mi tiene sveglio alla notte – dice il ceo di Travelport, Jeff Clarke – è che in uno scenario di grande frammentazione come quello dell’industria odierna del travel, i gds devono riuscire ad aggregare nuovi contenuti in un modo sempre più rapido, e sempre più semplice». È il caso ad esempio del cosiddetto airline merchandising delle compagnie aeree (in sintesi, tariffe e servizi addizionali) e di contenuti legati agli hotel, tutte questioni che piccole realtà specializzate potrebbero decidere di intermediare.
Secondo Jim Davidson, ceo di Farelogix, società americana provider di soluzioni tecnologiche per l’aviazione, il pericolo per i gds arriva anche dalle stesse agenzie di viaggi: «Credo che non siamo lontani dal giorno in cui le stesse adv incominceranno a voler avere più controllo sulle loro decisioni in fatto di tecnologia, senza cioè dover per forza passare dai global distribution system. Ciò avverrà più in fretta, quanto più saranno le compagnie aeree che seguiranno la strada di un modello di distribuzione diretta».
E se al momento la pace tra gds e Iata sembra fatta a proposito del nuovo protocollo Ndc, un’altra minaccia, questa volta più futuribile, potrebbe venire per i gds anche dall’applicazione della tecnologia blockchain al mondo del travel. Per non parlare delle molte società, come le tedesche Flyiin o Peakwork, il cui core business è quello di fornire a compagnie aeree (ma anche tour operator) la possibilità di vendere i propri prodotti senza passare dalle big 3 dell’intermediazione.
E che ruolo avranno Google, Facebook e TripAdvisor, si chiede da ultimo Skift? «Da anni ci viene detto che i gds scompariranno, ma siamo tutti ancora qui. Di certo, per andare avanti dovremo applicare al nostro business anche soluzioni derivate dal mondo retail e alcuni principi di merchandising derivati da altri settori, per poter essere pronti a soddisfare quello che i consumatori si aspettano da tutti i tipi di piattaforme, siano esse Amazon, Alibaba o Airbnb». Parola di Wade Jones, executive vp di Sabre.