L’appuntamento è a Roma, in via di Villa Ada, sede passata finora in sordina del nuovo ministero del Turismo. L’occasione è ghiotta, prima conferenza stampa “in house” del responsabile del suddetto dicastero: Massimo Garavaglia, dna leghista, custode della cassaforte Pnrr per il travel. Un tesoretto da due miliardi e mezzo di euro circa, di cui 114 milioni destinati alla resurrezione dell’araba fenice: il portale Italia.it, pronto a trasformarsi nel Tdh, acronimo del Tourism Digital Hub, previsto appunto dal ricovery plan.
È lui, il decantato hub del turismo italiano, il cuore pulsante di questo incontro finalizzato a raccontare quanto di buono è stato fatto (restyling grafico e primi chatbot, per dirne due), ma soprattutto quanto ancora si dovrà fare.
Alla tavola rotonda presieduta da Garavaglia siedono, sì i giornalisti, ma soprattutto i dirigenti di fiducia del ministro: da un lato Andrea Scotti, esperto di blockchain, nonché di dispositivi medici, nominato a fine luglio consigliere per l’innovazione digitale e tecnologica del ministero del Turismo; dall’altro Francesco Paolo Schiavo, per quasi vent’anni al Mef e da giugno direttore per la promozione e la valorizzazione del turismo. Una sedia più in là, Roberta Garibaldi, da ottobre amministratore delegato dell’Enit, da sempre esperta di turismo enogastronomico. I fedelissimi, appunto.
A loro il compito di svelare la roadmap della nuova Italia.it, che da “portale intelligente” finalizzato a racchiudere l’offerta turistica e ad attrarre i visitatori, il cui lancio ufficiale è previsto a fine giugno, si trasformerà da ottobre anche in una moderna mobile app. Perché l’obiettivo, tiene a ribadire Garavaglia, «è conquistare tutti i millennial e portarli in Italia», soprattutto ora che i confini sono stati aperti e «giochiamo la stessa partita dei nostri competitor stranieri».
Un video proiettato sul maxi schermo di via di Villa Ada mostra un’anteprima di quella che sarà la app Italia.it: la release non si discosta dai più celebri metasearch, benché il colore di fondo sia l’italianissimo blu, la promessa è – sì, promuovere il brand nostrano – ma soprattutto offrire ai turisti uno strumento di pianificazione personalizzata del viaggio e fidelizzare i clienti con un piano di loyalty basato sulla blockchain e sulla distribuzione di badge in formato Ntf, che accumulati riservino vantaggi ai viaggiatori.
Una sorta di “Italia a premi” che punta sulla tecnologia più esotica – finanche sul metaverso – per riprendersi l’incoming perso in pandemia. Sullo sfondo un patrimonio: l’enorme mole di dati che, se uniti a quelli dell’Istat e della Banca d’Italia (per dirne due), potrebbero davvero dare vita al maxi Osservatorio del turismo, su cui l’ad di Enit, Roberta Garibaldi, giura di essere già al lavoro.
Mercati di riferimento? «Tutti», garantisce il ministro. Target a cui l’Italia ambisce? «Tutti i millennial del mondo». Lingue in cui verranno declinati portale e app: «Tutte, o quantomeno le principali». Le ambizioni evidentemente ci sono, il resto lo vedremo. Le numerose riedizioni di Italia.it ci hanno più volte tradito. Il timore che accada di nuovo è del tutto legittimo.