L’appuntamento è per gennaio 2020. È la data per la quale la piattaforma B2B di Gattinoni Mondo di Vacanze – presentata alla recente convention – dedicata al dynamic packaging aggiungerà la parte dedicata al cliente finale. «Ma lo scopo è sempre quello di portare il viaggiatore in agenzia a finalizzare preventivo e pratica, senza contare che l’intero piattaforma potrà essere integrata nei siti web delle agenzie del network».
A distanza di poche settimane dalla convention del Pollina Resort, sono ancora il digital e la conquista dei millennial le priorità in cima ai pensieri di Franco Gattinoni e della sua squadra. «Dobbiamo dare alle agenzie del network ulteriori strumenti per crescere», ha detto il presidente del Gruppo in occasione della presentazione dei risultati finanziari del 2018 presso la sede milanese di via Statuto.
«Non possiamo accontentarci di continuare a vendere ai target che già raggiungiamo», ha ribadito il direttore generale del Gruppo, Sergio Testi. L’obiettivo deve essere quella grande fetta di potenziali clienti che in agenzia proprio non ci entra e prenota solo online (addirittura il 75%, secondo il presidente del network, ndr). «Non si può pensare di tenere aperta un’agenzia 24 ore al giorno. Con la piattaforma, invece, l’esperienza d’acquisto può partire in ogni momento».
Via libera allora, già da settembre, alla versione b2b della piattaforma per tutte le agenzie di Gattinoni Mdv (lo strumento che integra tutto il prodotto travel: pacchetti, prodotto in house Gattinoni, hotel, aerei, treni, bus, appartamenti, transfer e attività), per poi compiere l’ulteriore passo nel giro di pochi mesi. Per un progetto come questo,«siamo consapevoli che servirà aumentare in modo significativo la quota di prodotto in house» rimarca Testi, ma sempre senza l’ambizione di diventare un tour operator.
Perché la sfida, ancora prima di nuove acquisizioni (anche se dopo Marsupio, l’impressione è che possa esserci qualche altra sorpresa in arrivo), è contro tutti quello che vogliono entrare nel settore da outsider. «Capisco che dirlo qui, da via Statuto, possa far sorridere. Ma la partita da giocare è quella contro con i nuovi player della grande distribuzione come Amazon e Google. Che non conoscono il settore come noi».