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Giordania, i piani 2023: «Più incentivi ai tour operator»

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Spinta sull’Europa con nuovi incentivi ai tour operator per voli charter e attività di comarketing. Sempre più collegamenti aerei, anche low cost. E una tripla direttrice in termini di target: turismo religioso, avventura e benessere. Sono i piani per il 2023 del Jordan Tourism Board, l’ente di promozione turistica della Giordania. Abbiamo intervistato in Spagna, nel corso di Fitur, il suo managing director Abed Al Razzaq Arabiyat, che ci ha svelato progetti che posizionano il Paese nel gotha delle destinazioni mediorientali.

Il mercato europeo è un mercato in forte espansione, quali sono gli obiettivi del 2023 per il mercato turistico europeo?
«Il bacino europeo è molto importante per la Giordania: la maggioranza dei turisti stranieri che visitano il nostro Paese provengono dall’Ue. In questo contesto, il mercato italiano è prioritario e si caratterizza per una forte e costante crescita facilitata da sempre più connessioni aeree. Nel 2022 la Giordania ha lanciato un’imponente campagna globale con il brand “Il regno del tempo”, che ha coinvolto anche l’Italia, in particolare Roma e Milano. Il nostro proposito per il 2023 è continuare a spingere sulla promozione con focus su due obiettivi principali. Da un lato vogliamo aumentare la permanenza media dei turisti, dalle attuali 4,5 notti alle 5/6 notti. Dall’altro, puntiamo sulla destagionalizzazione, veicolando il messaggio che il Regno Hascemita è una destinazione attrattiva durante tutto l’anno. Stiamo lavorando con i tour operator in Europa per introdurre e promuovere nuove esperienze locali caratterizzate dall’autenticità e dalla sostenibilità ambientale, in linea con le richieste del mercato. E sono tre i segmenti su cui investire: turismo religioso, quello di avventura e il benessere».

La Giordania si è aperta ai voli low cost dall’Italia e comunque sono stati potenziati i collegamenti aerei: questo che prospettive apre?
«Sì, i collegamenti sono garantiti anche da compagnie low cost come Ryanair, easyJet e Wizz Air, per citarne alcune. Il dialogo con i vettori è tuttora aperto: stiamo lavorando per incrementare le frequenze, ora pari a 1-2 voli settimanali, al fine di poter soddisfare la forte crescita della domanda. Di recente, poi, abbiamo stipulato un accordo con Vueling per aprire nuove rotte dalla Spagna verso la Giordania; inizieremo da Barcellona e Madrid e, in seguito, includeremo altre città. Inoltre, in Portogallo stiamo trattando con uno dei più grandi tour operator l’apertura di nove linee charter dalle principali città, a partire da Lisbona».

Su questo fronte, la Giordania ha introdotto incentivi ai tour operator per voli charter. Sono previste altre attività del genere?
«Confermiamo per il nuovo anno gli incentivi introdotti nel 2022 per i tour operator che impiegano charter. Questo strumento ha contribuito a far crescere notevolmente i flussi turistici, a incrementare la domanda e, di fatto, a generare posti di lavoro. Gli incentivi vanno dai  50 agli 80 dollari per passeggero che soggiorna per un periodo di almeno 6 notti in Giordania, a seconda dei mesi dell’anno. Cifra che scende a 40 dollari per passeggero che soggiorna per un minimo di 5 notti nei mesi di marzo, aprile, maggio, settembre, ottobre e novembre. Prevedi incentivi anche per attività di comarketing con i tour operator, pari anche al 50% dei costi sostenuti per inserire la Giordania nei percorsi turistici».

Avanza l’Arabia Saudita: è percepita più come competitor o alleato? Sono allo studio operazioni congiunte per attrarre i flussi dall’Europa?
«Noi non consideriamo l’Arabia Saudita come un competitor in quanto abbiamo profili complementari. Non c’è competizione perché i due Paesi offrono percorsi turistici diversi e i target di turisti a cui si rivolgono sono differenti. Non escludiamo iniziative congiunte come, ad esempio, pacchetti turistici combinati».

Su che budget può contare la promozione turistica 2023?
«Il governo supporta fortemente il settore turistico. Solo il Jordan Tourism Board, l’ente pubblico-privato deputato alla promozione turistica della Giordania, può contare su un budget di 100 milioni di dollari da investire in attività di marketing. Cifra a cui va aggiunto il budget allocato dal ministero del Turismo giordano».

L’emergenza Covid può dirsi ormai archiviata, oppure l’apertura delle frontiere cinesi ha creato problemi?
«Il Covid è ormai parte della nostra quotidianità: dobbiamo gestire la situazione attenendoci in maniera scrupolosa ai protocolli e alle procedure stabilite dall’Unione europea e dal Medio Oriente. Crediamo che l’apertura delle frontiere cinesi sia un’opportunità. Ci sentiamo pronti a cogliere questa sfida anche in virtù dell’esperienza pregressa e dell’efficacia nella gestione della fase più acuta della pandemia. Infatti, la Giordania ha protetto fin da subito i propri cittadini e i lavoratori del turismo, che non sono stati mai lasciati soli».

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