Per molti la Giordania è sinonimo di Petra, il grande sito archeologico dove i Nabatei scolpirono tombe e santuari a partire dal I secolo a.C., e il motivo è piuttosto semplice: non si può restare indifferenti alla raffinatezza e magnificenza di quegli edifici incastonati nella pietra, né alla vivacità delle striature delle rocce così vivide e cangianti da non sembrare vere. Tanto che da visitatori si è increduli per tutti i 14 km di cammino: uscendo dal canyon da cui s’intravede la facciata del Tesoro fino a tutto il lungo sentiero in salita verso il Monastero. La meraviglia è tale che si tocca spesso la roccia, come a sincerarsi che sia vera e non la ricostruzione per un film. Non a caso qui, secondo Hollywood, Indiana Jones trova il Sacro Graal.
Eppure il sito Unesco non basta a raccontare questo Paese: andare in Giordania è anche divertirsi a galleggiare nel salatissimo Mar Morto dopo essersi crogiolati al sole, tutti coperti di fango, come gli elefanti. Vuol dire passeggiare per Amman, città che non dorme mai, dove puoi comprare frutta all’una di notte e banchettare per pochi dollari tra insalate, felafel, hummus e babaganusch nei ristorantini all’aperto. Significa sviluppare una vera dipendenza da limonata alla menta ed essere sempre accolti con il sorriso.
E se non bastasse vicino al confine estremo del sud del paese, si può visitare il deserto del Wadi Rum, scenario della Rivolta Araba. La più vasta distesa di sabbia e rocce della nazione da ammirare a dorso di cammello o su una più comoda jeep, il Wadi Rum è un luogo dove ricaricarsi: di giorno nel silenzio assoluto e con i piedi nella sabbia rossa. Di notte col naso all’insù aspettando che la luna cali e si possa ammirare la Via Lattea.