«La Giordania è ancora un Paese sicuro, totalmente estraneo al conflitto in corso in Medio Oriente». È la frase che risuonava come un mantra all’interno del grande stand a Ttg Travel Experience, che oltre al Jordan Tourism Board ospitava anche la compagnia aerea di bandiera Royal Jordanian e 35 dmc giordani. Venuti a Rimini in forze per fare business, certo, ma anche per rassicurare il mercato italiano, che nei primi otto mesi dell’anno ha fatto registrare un crollo dell’80%, totalizzando circa 20mila arrivi. Tuttavia, nonostante i venti di guerra alle porte, stando ai dati diffusi dal ministero del Turismo e delle Antichità, da gennaio ad agosto la Giordania ha accolto 4,2 milioni di visitatori, -7% rispetto allo stesso periodo del 2023. Di sicurezza, strategie e programmi futuri per risollevare le sorti del turismo nel Regno Hashemita abbiamo parlato con Marco Biazzetti, country manager Italia del Jordan Tourism Board.
Qual è la situazione al momento e come il conflitto arabo-israeliano sta influenzando la percezione della Giordania come destinazione turistica?
«La percezione generalizzata è che tutta l’area sia in guerra, ma in realtà non è così. Anzi, la Giordania è una delle destinazioni di viaggio più sicure al mondo, inserita al 17° posto su 119 Paesi nell’indicatore di Sicurezza e Protezione del Travel and Tourism Development Index 2024 del World Economic Forum. L’unico inconveniente, verificatosi in questi giorni a causa degli attacchi tra Israele e Iran, è stato la chiusura dello spazio aereo per motivi di sicurezza, che ha causato alcune cancellazioni di voli. Tuttavia, al di là di queste interruzioni temporanee, il Paese è tranquillo. Molti giornalisti che viaggiano verso Israele o il Libano passano da Amman, dove lo spazio aereo è aperto e i voli operano regolarmente. Questo, in realtà, è un momento ideale per visitare la Giordania: c’è poco affollamento turistico e chi viene può godersi in tranquillità le meraviglie del paese. Luoghi come Petra e Jerash possono finalmente essere visitati in tutta calma. L’aspetto positivo della diminuzione dei visitatori è che permette di vivere un’esperienza unica e senza folla».
Come state lavorando con il trade per garantire informazioni aggiornate sulla situazione e rassicurarli sulla sicurezza della destinazione?
«Collaboriamo a stretto contatto con i tour operator, trasmettendo informazioni precise e tempestive. Ma ci sono anche interessanti iniziative promozionali, come quella di Royal Jordanian, che oltre a offrire voli scontati per tutti, ha lanciato una speciale tariffa agenti di 199 euro andata e ritorno da Roma e da Milano per Amman, valida fino al 31 marzo 2025, escluso il periodo delle festività di fine anno. Gli hotel, inoltre, offrono upgrade gratuiti grazie alla bassa affluenza di turisti. Questo è un momento perfetto per gli agenti di viaggi per visitare il Paese ed esplorarlo in tranquillità, preparandosi al ritorno dei flussi turistici. Ci auguriamo che la situazione in Medio Oriente si risolva presto, sia per il bene delle persone coinvolte nel conflitto, sia per la Giordania, che sta subendo indirettamente gli effetti di queste tensioni».
Sono state messe in atto misure di sicurezza aggiuntive per garantire la tranquillità dei turisti?
«Le misure di sicurezza sono già in vigore, in particolare ai confini del paese, con un monitoraggio costante della situazione. Nonostante la posizione, la Giordania è un paese stabile e sicuro, che mantiene un accordo di pace con Israele ed è un alleato degli Stati Uniti, quindi non è in alcun modo possibile che venga coinvolta direttamente in attacchi o conflitti. Il paese continua a offrire ai visitatori i più elevati standard di sicurezza».
Il Giubileo del 2025 rappresenta un’opportunità unica per attrarre pellegrini, soprattutto italiani. Quali iniziative state pianificando per promuovere i siti cristiani e facilitare i pellegrinaggi?
«Stiamo preparando diverse iniziative per il Giubileo, anche se, al momento, alcune attività promozionali sono sospese a causa delle attuali circostanze. Tuttavia, abbiamo già in programma una mostra in Vaticano a Roma, a novembre, dove saranno esposti reperti mai visti prima della Terra Santa di Giordania, focalizzando l’attenzione sui numerosi siti cristiani presenti nel paese. Stiamo anche lavorando per migliorare l’accessibilità alla fortezza di Macheronte, uno dei luoghi di pellegrinaggio cristiano riconosciuti dal Vaticano, con la creazione di un centro visitatori e altre infrastrutture. Il Giubileo sarà sicuramente una grande opportunità, perché quando si parla di Terra Santa, si pensa a Israele e alla Palestina, invece anche in Giordania si trovano più di 200 siti legati al cristianesimo, citati nella Bibbia, a partire dal sito del battesimo di Gesù a Betania, oltre il Giordano, che è, tra l’altro, un sito Unesco».
Infatti, oltre ai siti religiosi, la Giordania vanta un ricco patrimonio culturale. Come intendete valorizzare i siti Unesco, tra cui Umm al-Jimal, inserito lo scorso luglio tra i Patrimoni dell’Umanità?
«Umm al-Jimal è un sito di grande valore storico, con reperti che risalgono all’epoca nabatea, romana e bizantina, finora poco noto perché fuori dagli itinerari dei tour operator, ma stiamo lavorando per renderlo più accessibile e visibile al pubblico. Attualmente, la Giordania conta sette siti UNESCO, oltre a numerosi patrimoni culturali immateriali. Oltre alla celeberrima Petra e il deserto del Wadi Rum, tra i siti meno noti, ma di grande valore, ci sono anche Quseir Amra, con i suoi affreschi unici, che raffigurano persino figure umane, una rarità nell’arte islamica, e poi Umm Al-Rasas, il Sito del Battesimo di Betania, e Salt, città della tolleranza, simbolo della pacifica convivenza civile che caratterizza il Regno Hashemita».
Quali strategie sono in atto per promuovere il turismo sostenibile, rispettoso dell’ambiente e delle comunità locali?
«La sostenibilità è uno dei nostri obiettivi principali, sia a livello ambientale che sociale ed economico. Abbiamo vari progetti di turismo comunitario, tra cui alcuni vicino al confine siriano, dove i visitatori possono pranzare in case locali e partecipare a laboratori di artigianato. Anche i parchi naturali e le aree protette della Giordania offrono esperienze sostenibili. Ad esempio, la Dana Reserve è un’oasi fuori dal tempo, dove gli ospiti possono soggiornare in strutture eco-sostenibili e partecipare a escursioni immersi nella natura. Attraverso questi progetti, stiamo creando opportunità economiche per le comunità locali, in particolare per le donne, e promuoviamo un turismo autentico e consapevole».