by Andrea Lovelock | 27 Settembre 2022 7:00
Il travel si prepara a bussare alla porta del nuovo governo. A chi si accomoderà a Palazzo Chigi – Giorgia Meloni in testa, vincitrice delle elezioni – il compito di esaminare un lungo elenco di istanze. Vediamo, una per una, le richieste di alcuni tra i principali componenti della filiera turistica: agenzie di viaggi, tour operator, alberghi, parchi permanenti, guide turistiche, impianti di risalita.
AGENZIE DI VIAGGI
Dai fondi mirati alla revisione del Codice del Turismo
Maavi, reduce da un ciclo di incontri con gli esponenti politici[1], chiede conto dei sostegni alle imprese stanziati nel gennaio 2022 non ancora erogati, sollecita la creazione di un Fondo Voucher perché a breve le adv dovrebbero restituire somme ai clienti erodendo i pochi guadagni di questi mesi, fa pressing sulle banche per la moratoria sui prestiti. E come sottolinea la vice presidente, Paola Parigi, «è urgente intervenire anche sulle cartelle esattoriali con misure di alleggerimento e dilazione».
Sulla stessa lunghezza d’onda Assoviaggi che reclama un rifinanziamento del Fondo per il Turismo, passando dagli attuali 39 a 250 milioni di euro. Dal presidente Gianni Rebecchi anche la richiesta di «riattivare con nuove modalità il database Infotrav per fare chiarezza su adv, t.o. e piattaforme online legalmente operanti nel nostro Paese», nonché «l’istituzione di due Fondi, uno per finanziare prestiti e l’altro permanente per il settore in caso di crisi sistemiche».
Anche per Fiavet, come ribadito dalla presidente Ivana Jelinic, le istanze sono ben definite: «Defiscalizzazione del lavoro, concreti strumenti di sostegno, crediti d’imposta sui temi energetici, internazionalizzazione e interventi sulle banche per calmierare i tassi d’interesse sui mutui variabili».
Intanto Fto, attraverso il suo direttore generale Gabriele Milani, chiede di «rivedere il Codice del Turismo e la direttiva pacchetti e, sul fronte del lavoro, favorire politiche di assunzione, rendere sostenibili gli ammortizzatori sociali per le Pmi, introdurre misure di sostegno per le imprese e creare percorsi formativi per sviluppare nuove competenze».
C’è poi Aiav con il suo presidente Fulvio Avataneo che giura: «Non chiederemo soldi al nuovo governo. Visti i precedenti, non vogliamo essere presi in giro. Le nostre richieste si concentrano sulla lotta all’abusivismo, anche attraverso nuclei di Polizia turistica ben formati, e sulla revisione dei rapporti con Enac e vettori per contrastarne lo strapotere ai danni di adv e viaggiatori».
Mentre Aidit, come riassume il segretario generale Aldo Bevilacqua, oltre a reclamare l’istituzione di fondi per sostenere le imprese, evidenzia l’importanza di un tavolo sul turismo scolastico, con nuove regole nei rapporti tra scuole, adv e t.o., l’utilizzo di fondi Pon e la detrazione dalle imposte sul reddito delle spese sostenute per l’acquisto di prodotti turistici.
TOUR OPERATOR
Più risorse e pari dignità per incoming e outgoing
A parte l’auspicio del mantenimento del ministero del Turismo, Astoi – l’associazione dei t.o. guidata da Pier Ezhaya – ha stilato un’agenda di priorità. E dunque: valorizzazione delle 13mila imprese incoming e outgoing con pari dignità; velocità nell’erogazione dei ristori non incassati (39,5 milioni); ridefinizione di tax credit e risorse Pnrr su digitalizzazione (gli attuali parametri sono insufficienti). E ancora: un Fondo per rimborsi dei voucher, una nuova moratoria sui prestiti, ventilazione Iva 74-ter ed esclusione dei viaggi extra Ue dal regime speciale. In buona sostanza, si chiede di consentire a t.o. e adv di determinare l’imposta dovuta in proporzione all’aliquota applicata sugli acquisti di beni e servizi erogati da terzi a diretto vantaggio dei viaggiatori (sistema di “ventilazione dei corrispettivi”). Inoltre, viene chiesto di escludere dall’applicazione del regime speciale 74-ter gli acquisti dei viaggi con destinazione extracomunitaria in quanto esenti Iva.
HÔTELLERIE
Le ottanta priorità (e oltre) degli albergatori
Con 32mila strutture e 1,1 milioni di camere, l’hôtellerie italiana è ancora oggi tra le prime in Europa e proprio per questo gli albergatori intendono far valere il loro peso specifico. Sono ben 80 le proposte avanzate da Federalberghi, che il presidente Bernabò Bocca così sintetizza: «Molte richieste possono essere assolte in tempi brevi e senza oneri per le finanze pubbliche. Poi ci sono priorità come la diminuzione della pressione fiscale (in primis, ridurre le tasse sugli immobili, che gravano sulle imprese anche quando sono chiuse o semivuote), il sostegno agli investimenti (con il potenziamento del credito di imposta per la riqualificazione delle strutture), lo sviluppo di nuovi servizi (riformando regole anacronistiche che non consentono agli alberghi di ampliare l’offerta), il contrasto all’abusivismo dilagante, l’ammodernamento delle reti e delle infrastrutture».
C’è poi il tema molto attuale dell’occupazione, in merito al quale Bocca osserva: «Il turismo dà lavoro all’Italia, il turismo lavora per l’Italia e allora confidiamo che il prossimo governo e il prossimo Parlamento accettino e facciano proprio il nostro contributo di idee. Perché si avranno ricadute positive sulla produzione di reddito e sull’incremento dell’occupazione».
Concreta anche la lista di istanze di Confindustria Alberghi che ha stilato un decalogo da sottoporre al nuovo esecutivo[2]: dalla sterilizzazione degli aumenti dei costi energetici al potenziamento delle risorse previste dal Pnrr per il settore ricettivo (al momento solo l’1%), anche attingendo ad altri capitoli del Piano. E ancora, lo snodo delle semplificazioni amministrative e incentivi per la transizione energetica. Altro passaggio-chiave, sottolineato dalla presidente Maria Carmela Colaiacovo, «la rimodulazione Imu per gli immobili alberghieri che tenga conto del fatto che tale immobile è un bene strumentale; e la rimodulazione anche della Tari che grava in modo iniquo sugli alberghi, in quanto commisurata ai metri quadrati, anziché ai volumi di rifiuti effettivamente prodotti». E poi tanta formazione con dialogo scuola-imprese, contrasto all’abusivismo, riduzione del cuneo fiscale e tutela speciale delle concessioni balneari.
PARCHI PERMANENTI
Spettacolo viaggiante? No, imprese turistiche
Il settore dei parchi tematici accoglie oltre 20 milioni di visitatori con un volume d’affari di oltre 400 milioni di euro (dati Siae 2019) che raggiunge i 2 miliardi con l’indotto generato da fornitori e pacchetti turistici e dalla ricaduta sul territorio. L’Associazione Parchi Permanenti Italiani – presieduta da Luciano Pareschi – chiede che il settore venga inserito tra le imprese turistiche. Attualmente, infatti, i parchi fanno riferimento al ministero della Cultura in quanto afferenti alla categoria dello “spettacolo viaggiante”, ma il dicastero non ha mai ritenuto di regolare e sostenere il settore. I parchi tematici, acquatici, faunistici e naturalistici applicano da decenni l’aliquota Iva al 10%, analoga a quella applicata ai servizi di ospitalità, ristorazione e trasporti e alle attività di spettacolo. Si richiede, pertanto, che l’inserimento del settore tra le imprese turistiche conservi l’aliquota Iva prevista dal dpr n. 633/1972 o venga creata un’apposita classificazione.
GUIDE TURISTICHE
Riforma della professione e lotta all’abusivismo
Anche le guide rilanciano le loro pressanti richieste ma con diverse posizioni. Il presidente di Gti – Guide Turistiche Italiane, Simone Fiderigio Franci, puntualizza: «Indifferibile è la riforma della professione, la stessa che indica l’Europa, senza la cui attuazione l’Italia rischia sanzioni. Questa ci permetterebbe di lavorare ovunque – a Bolzano come a Palermo – con un patentino nazionale, superando inutili e limitanti vincoli territoriali».
Diversa la posizione dell’Angt – Associazione Nazionale Guide Turistiche. La vice presidente Anna Bigai spiega: «Siamo contrari alla “guida nazionale”, andrebbe a scapito della qualità del servizio. Avendo diversità storiche e culturali profonde, vogliamo una guida con specializzazione regionale che ne certifichi le competenze, pur potendosi abilitare anche in un’altra regione. Ci deve essere poi un sistema di controllo sull’abusivismo: Polizia turistica con specifiche competenze e una maggiore attenzione ai titoli esteri per regolamentare i prestatori occasionali».
IMPIANTI DI RISALITA
“Siamo energivori, servono aiuti mirati”
Nove le priorità dell’Anef[3] – Associazione nazionale esercenti funiviari guidata da Valeria Ghezzi: sostenibilità vera (e non di facciata), sviluppo socio-economico dei territori, energia e il riconoscimento delle aziende funiviarie come “imprese energivore” con specifici aiuti da parte del governo. Poi c’è l’acqua, bene primario “preso in prestito” per la nevificazione artificiale e restituito in primavera sugli stessi versanti di prelievo. E ancora: sicurezza e presidio dei territori a cura delle comunità montane, veri manutentori della natura; interventi sul cuneo fiscale e sul costo del lavoro (gli impiantisti hanno appena rinnovato il contratto triennale per il 2022-25) e la valorizzazione dell’intera filiera della montagna che con tutto l’indotto fattura oltre 8 miliardi di euro l’anno. Infine, gli investimenti che gli operatori potranno fare solo grazie alla semplificazione burocratica, elemento fondamentale per sviluppare armonicamente la montagna.
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