Business traveller 2.0, Generazione Z, o iGen. Sono i viaggiatori d’affari di domani (e in alcuni casi anche di oggi), i nativi digitali nati tra il 1992 e il 2010, che cambieranno in modo irreversibile abitudini e caratteristiche del corporate travel.
Ma chi sono questi nuovi viaggiatori? Secondo uno studio di FleishmanHillard divulgato da Bcd Travel Italia, la iGen è sempre connessa e utilizza fino a cinque schermi differenti al giorno. Ragion per cui si aspetta che lo siano anche i responsabili del travel management. Non solo: i nuovi viaggiatori sanno sempre cosa sta succedendo. Viaggiano meno e sono più selettivi.
Altro punto da non dimenticare, il 70% della Generazione Z passa più di due ore al giorno sulle piattaforme di condivisione video come YouTube (non a caso, secondo le stime, nel 2019 l’80% del traffico internet riguarderà i video), il che significa che videochiamate e videoconferenze sono strumenti critici da includere nei corporate travel program.
E non è tutto, perché i prossimi anni saranno tutti all’insegna della velocità. Un esempio? Se nel Duemila l’attenzione media dei giovani era di 12 secondi, ora è di soli 8 secondi. Risultato: il travel manager e l’adv devono comporre messaggi privi di lunghe introduzioni. Attenzione, poi, alla fase post vendita. I business traveller 2.0 sono cresciuti con l’idea del self-service: cerco, confronto e acquisto online. In caso di problemi, quindi, diventa indispensabile contattarli il prima possibile, e ogni mezzo è lecito. Da Facebook a Snapchat, da WhatsApp all’sms, passando per una semplice telefonata.