by Redazione | 16 Aprile 2024 17:47
Il turismo organizzato non ci sta, e si oppone alla lettera di un professore di Montebelluna, nel Trevigiano, pubblicata su diversi media che incita alla preparazione del viaggio di istruzione senza le agenzie di viaggi a causa dei costi giudicati troppo elevati e dei tempi lunghi.
A esporsi Enrica Montanucci, alla guida di Maavi, che si è confrontata direttamente con l’Associazione Nazionale Presidi e con il diretto interessato. La presidente si è detta «pietrificata dalla superficialità del professore Massimo Frana», a cui ha chiesto: «Lei farebbe insegnare a scuola a un bravo alunno? Che non abbia titolo, che non abbia preparazione certificata. Altra domanda: lei comprerebbe una macchina con pezzi messi insieme e presi a destra e sinistra? Costa la metà, è ovvio. Ma se poi succede qualcosa facendo del male agli altri, chi se ne importa, corretto»?
«Io la denuncio – ha ribadito Montanucci – per istigazione a delinquere. Perché, sappia, per organizzare un viaggio ci vogliono una serie di cose, che non sono essere bravi a cercare un hotel online e fare un bel programmino. Massimo Frana lei è sicuramente un bravo professore. Allora faccia il suo. E usi la testa riflettendo ma soprattutto informandosi prima di dire eresie. Sa quanto si guadagna di media su una gita scolastica? Meno del 10%. Soldi che pagano solo in parte le garanzie legali, assicurative e operative di un agente di viaggio. E soprattutto si informi cosa vuol dire davvero essere un agente».
Anche Fiavet Confcommercio ha scritto all’Associazione Nazionale Presidi: «Mi chiedo cosa penserebbe l’opinione pubblica se da domani gli agenti di viaggi cominciassero a insegnare filosofia nelle scuole al posto dei professori – ha affermato il presidente di Fiavet Giuseppe Ciminnisi – E cosa penserebbero le famiglie degli studenti in viaggio sapendo che i loro figli viaggiano senza le coperture assicurative, l’assistenza costante delle agenzie di viaggi e in generale senza tutte le tutele previste per i pacchetti di viaggio organizzati, perché la scuola ha deciso di privarsi del supporto professionale delle imprese che per legge organizzano viaggi in questo Paese e in tutto il mondo».
Fiavet è preoccupata soprattutto per la mancanza di conoscenza, anche nel mondo della a scuola, delle normativa sui viaggi di istruzione, che allo Stato vengono affidati sulla base della normativa dei contratti pubblici, con una selezione comparativa qualità/prezzo, con obblighi stringenti e con una contratto formale di pacchetto turistico disciplinato dal Codice del Turismo.
«Mi auguro – ha concluso Ciminnisi – che la scelta fai da te non sia presa ad esempio, non perché dobbiamo difendere una inesistente posizione dominante della categoria, ma perché sarebbe una pratica illegittima e soprattutto dannosa per le scuole e gli studenti. Dietro a una offerta per un viaggio di istruzione ci sono mesi di lavoro, studio delle location, acquisizione di preventivi e disponibilità dei fornitori, pianificazione degli itinerari, incontri con i dirigenti e i professori, risoluzione di problematiche particolari, solo per ricordare alcune attività. Non credo che si possa barattare un ipotetico risparmio, con la privazione degli studenti delle garanzie di legge e del servizio professionale degli agenti di viaggi».
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