Gite scolastiche ancora ferme:
la crisi di cui nessuno parla
Gite scolastiche ferme al palo (o quasi) da due anni. Dal 23 febbraio 2020, quando il governo ha sospeso le uscite didattiche e dei viaggi di istruzione delle scuole in Italia e all’estero a seguito dell’iniziale diffusione del Covid-19.
Una batosta che, con l’avvio del 2022 e nonostante i progressi fatti con la campagna vaccinale, persiste, con la misura sbloccata soltanto in minima parte consentendo il ripristino delle gite scolastiche solo nelle zone definite bianche. Dunque, allo stato attuale, in Molise, Umbria e Basilicata.
La conferma è reperibile in una Faq pubblicata dal ministero dell’Istruzione, il cui aggiornamento risale a settembre 2021: Si possono fare viaggi d’istruzione, iniziative di scambio o gemellaggio, visite guidate e uscite didattiche? “Nei territori in zona bianca è possibile effettuare uscite didattiche e viaggi di istruzione, purché si permanga in aree del medesimo colore bianco, fermo il rispetto dei protocolli di sicurezza degli specifici settori”.
Da qui, l’ennesima e necessaria protesta del comparto, che tra l’altro deve affrontare il serio problema della scadenza dei voucher: «Ma è possibile che nessuno dica nulla? Comprendiamo che molte agenzie hanno incassato discreti ristori ma non si può andare avanti a promesse non mantenute», ha dichiarato Vincenzo del Bravo, vice presidente di Advunite.
«È un blocco che pesa tantissimo – ha commentato Giada Marabotto, responsabile di Fto Liguria, titolare di Volver Tour Operator e specialista di viaggi d’istruzione – Noi gestivamo circa 200 gruppi all’anno per le gite scolastiche, che come si può dedurre rappresentavano una fetta enorme del nostro fatturato, di oltre il 70%. Al momento la soluzione è stata quella di reinventarci spingendo su altri prodotti che già prima trattavamo ma in modo marginale, come ad esempio quelli incoming o anche i pacchetti domestici».
Ma sul territorio non tutti hanno potuto permettersi certe scelte: «Ci sono molte agenzie che fanno solo viaggi d’istruzione e che hanno visto il fatturato azzerarsi completamente. Spesso questa tipologia di adv ha molti dipendenti specializzati, e diventa assai complicato applicarli su altri comparti», ha proseguito Marabotto.
In questo periodo, inoltre, «sono nate associazioni specifiche dedicate al turismo scolastico che stanno interloquendo direttamente con il ministero dell’Istruzione. Si sta spingendo nella direzione di avere un credito d’imposta per i voucher emessi, oppure si sta proponendo un finanziamento per rimborsare le scuole. La linea più percorribile, però, sarebbe questa: che lo Stato contribuisca a rimborsare almeno in parte le scuole in modo tale da non metterci in ulteriore difficoltà».
A tutti gli effetti, considerando il netto anticipo con cui programmiamo il lavoro e il meccanismo degli appalti, ha concluso l’agente di viaggi, «abbiamo perso gli anni scolastici 2019-20, 2020-21, 2021-22 e se a settembre non si riparte si perde il quarto anno consecutivo, per cui parliamo di cifre veramente grosse. Sì, nel 2020 abbiamo ricevuto i ristori, ma poi l’anno scorso non abbiamo avuto nessun contributo statale né locale nella maggior parte delle regioni».