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Gli albergatori dicono no a coprifuoco e piscine interne chiuse

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Coprifuoco e piscine ancora chiuse: le due spine nel fianco di Confindustria Alberghi, che di fatto boccia il nuovo decreto ripartenza firmato da Mario Draghi. «Da un lato stiamo correndo con il green pass per tornare ad accogliere il turismo internazionale, dall’altro prevediamo di avere quasi per tutto il mese di giugno ancora il coprifuoco», fa notare Maria Carmela Colaiacovo, vice presidente dell’associazione.

«È una misura – incalza – che allontana, ancora una volta, il ritorno dei turisti; in particolare di quelli dall’estero. Se per un italiano il coprifuoco è certamente cosa sgradita, per un viaggiatore straniero è un vincolo difficilissimo da gestire che condiziona gli spostamenti attraverso il Paese, gli orari e le scelte».

«Ci dicono – prosegue – che forse questa data sarà anticipata, che verrà meno se una regione diventa bianca. Ma vogliamo immaginare un turista straniero, che si sta spostando da un posto all’altro dell’Italia, che deve conoscere i confini amministrativi per sapere se può tornare in albergo alle due o a mezzanotte? Informazioni difficili da spiegare, incertezze che frenano il mercato».

Intanto, sottolinea ancora Colaiacovo, «abbiamo perso le prenotazioni di giugno e rischiamo anche su luglio ed agosto, rispetto ad altri Paesi concorrenti che hanno già regole certe e nessun coprifuoco».

Altro tema che lascia «sconcertati» gli albergatori, quello delle piscine al chiuso «che nel settore alberghiero possono essere gestite con grande rigore e per le quali non si vede il motivo di un ulteriore attesa fino al mese di luglio. Nelle nostre strutture non c’è l’utilizzo degli spogliatoi, i nostri ospiti utilizzano le proprie camere, ricambio dell’aria, sanificazioni, possono essere garantiti per la massima sicurezza degli ospiti, così come gli accessi che sono controllati e contingentati e possono essere vincolati alla presentazione del certificato vaccinale o di un tampone negativo». 

Le strutture, conclude la vp di Confindustria Alberghi, «sono organizzate e sicure, fateci ripartire non possiamo perdere ancora altro tempo. Sono troppe le realtà che rischiano di non sopravvivere».

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