by Andrea Lovelock | 18 Maggio 2020 10:19
Bonus Vacanze rispediti al mittente: i tour operator giudicano inaccettabili, infatti, i buoni (o Tax Credit Vacanze[1], ndr) del valore fino a 500 euro escogitati dal governo e inseriti nel decreto Rilancio[2].
In una diretta sulla pagina Facebook @turismostatodicrisi dedicata alla ripartenza di adv e t.o. sia Massimo Diana, direttore commerciale di Ota Viaggi, sia Massimo Zanon, direttore commerciale di Bluserena, hanno bocciato questo provvedimento, giudicandolo impraticabile.
«È semplicemente scandaloso proporre il meccanismo di questo aiuto che in pratica prevede un credito d’imposta dell’80% all’operatore e un 20% di detrazione al cliente. È un po’ come dire: il governo non ha i soldi e quindi anticipateli voi – sottolineano all’unisono i due direttori commerciali – Ma il tour operating italiano non ha più fatturato e quindi come può procedere? Di certo questi bonus non possiamo renderli operativi. E questo nonostante la piccola luce che il governo ha acceso con il decreto Rilancio».
Infatti, gli operatori condividono che quanto deciso dall’esecutivo è un primo passo significativo a favore del comparto, ma non basta e mostra chiaramente che il team a Palazzo Chigi non conosce né comprende le dinamiche della filiera. Tanto che Stefano Maria Simei, direttore commeciale di Th Resorts dice chiaramente: «In assenza di indicazioni precise, che non sono arrivate da governo e Regioni, faremo per conto nostro e servirà la condivisione di un protocollo operativo con la distribuzione turistica per comprendere come gestire i soggiorni nelle strutture ricettive».
LA COMUNICAZIONE IN ADV. C’è poi la delicata fase interlocutoria con la clientela, che è stata evidenziata da Achille Lauro, general manager di Agenzia Per Amica, network con oltre 200 agenzie.
«Con la riapertura di molte agenzie sarà fondamentale curare l’aspetto comunicativo per ristabilire quel clima di fiducia che deve caratterizzare la relazione commerciale. Il governo, che finora ha considerato erroneamente il turismo organizzato a compartimenti stagni, dovrà fare la sua parte e non fare danni: deve dare una sua visione su quale sarà la nuova dimensione del turismo. Altro aspetto di grande importanza è che proprio in questo momento emergenziale, affidare alle Regioni regole e tempistiche, disorienta il mercato. È impensabile avere dieci, dodici modalità diverse di ripartenza del turismo. Trasmettere certezze alla clientela è la chiave di volta per salvare la stagione ed è bene che governo e Regioni ci mettano nelle condizioni di farlo».
In poche parole la filiera del turismo organizzato teme che la fine del lockdown possa tramutarsi nell’inizio di uno stato confusionale che anziché aiutare le imprese del settore, rischia di metterle in ulteriore difficoltà. E questo proprio nel momento in cui ci si deve preparare ad alzare la saracinesca o riaprire le strutture ricettive.
La voglia di vacanze c’è, così come esiste già un piano e la data di fine giugno per riaprire i battenti dell’ospitalità, come spiega Massimo Zanon.
LA RIPARTENZA DEL MARE ITALIA. «Stiamo aspettando ancora diverse risposte pratiche, regole condivise, possiamo comunque cominciare ad attrezzarci, puntando soprattutto su luglio, agosto e settembre. E se il Sud Italia beneficerà di un buon afflusso di prenotazioni, riguardo la Sardegna – per un fatto logistico – si dovrà capire bene e al più presto tempistiche e modalità per la vendita della destinazione. Comunque noi siamo pronti: i clienti che verranno nei nostri alberghi e villaggi avranno certamente un’altra dimensione della vacanza, ma la stessa calorosità e professionalità. Ci sarà la metà degli ospiti, ci saranno diverse modalità per la ristorazione, per le piscine e per le spiagge. Ma ci sarà vacanza», ripete Zanon riprendendo l’intervista pubblicata sul nostro giornale[3] all’amministratore unico di Bluserena, Silvio Maresca.
E per le agenzie di viaggi ci sarà il massimo supporto dei t.o., come promette Diana: «Dovremo tutti dialogare e comunicare con estrema chiarezza. Per quanto riguarda Ota Viaggi, diremo che i villaggi apriranno il 28 giugno, diremo che non ci saranno buffet nella ristorazione, e che l’animazione sarà limitata; queste saranno le nostre linee guida, che condivideremo con la rete agenziale».
Certamente non sarà semplice trasmettere certi messaggi, come ammette Stefano Maria Simei: «Oltre alla tutela dell’ospite dobbiamo puntare anche ai nostri dipendenti. Stiamo già riconfigurando tanti servizi d’ospitalità e lo dobbiamo fare in breve tempo. Così come dobbiamo allestire un’offerta partendo da servizi sicuri, erogazioni di servizi sostenibili, mettendo in sicurezza ospiti e dipendenti. Sappiamo già che ci saranno limiti economici, un dimezzamento dell’occupazione di hotel e villaggi e prevediamo anche noi di aprire a fine giugno ed entro 10 giorni al massimo dobbiamo dare informazioni certe alle agenzie di viaggi perché possano trasmetterle alla loro clientela. L’aspetto confortante è che dopo 60 giorni di isolamento in casa, tra la gente c’è tantissima voglia di andare in vacanza, divertirsi».
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