Dagli Stati Uniti arriva una nuova tegola per Google e la questione monopolio di mercato nel campo dei motori di ricerca online. Il Dipartimento di Giustizia americano starebbe infatti considerando misure pesanti per contrastare la posizione dominante del gigante tech.
Secondo quanto riportano fonti di stampa, il Dipartimento di Giustizia americano ha comunicato a un giudice federale che starebbe prendendo in considerazione la raccomandazione di una sorta di “smembramento” di alcune parti di Google per come rimedio Antitrust, per cercare di limitare le conseguenze della sua posizione di monopolio sul fronte search engine.
In un documento di 32 pagine presentato nella serata di ieri martedì 8 ottobre il Dipartimento di Giustizia fa sapere di stare valutando «rimedi sia comportamentali che strutturali» per impedire a Google di utilizzare prodotti come Chrome, Play e Android per avvantaggiare il proprio motore di ricerca e le feature ad esso correlate, incluse le nuove funzionalità basate sull’AI, a scapito dei competitor operativi e di quelli emergenti.
Il documento include anche una serie di soluzioni possibili che il giudice potrebbe valutare quando si tratterà di definire le sanzioni a carico di Google.
Quello che sostiene l’Antitrust è che il colosso abbia conquistato vantaggi di scala e un accesso ai dati sfruttando accordi di distribuzione illegali con altre aziende tech, che hanno a loro volta posto il motore di ricerca Google come predefinito sui propri device e browser.
Le proposte includono anche la possibilità di bloccare accordi esclusivi con società come Apple e Samsung, e di vietare certi tipi di tracciamento dati.
Il giudice Amit Mehta ha reso noto che prevede di tenere il processo e la relativa decisione entro il mese di agosto del 2025. E si attende naturalmente che Google annunci il suo ricorso in appello. Intanto,
sul blog dell’azienda è arrivata una reazione a nome di Lee-Anne Mulholland, Vice President, Regulatory Affairs, che ha fatto sapere come queste proposte «rischino di danneggiare i consumatori, le imprese e la competitività americana».
«Crediamo che il piano reso noto oggi vada ben oltre il raggio d’azione legale della decisione della Corte in merito ai search distribution contract – continua la manager -. Lo spingersi troppo oltre del Governo in un’industria che si muove rapidamente potrà avere involontariamente delle conseguenze per l’innovazione e i consumatori americani. Attendiamo con impazienza di portare le nostre considerazioni in tribunale», conclude.