La nuova sfida di Go World, e quindi di Ludovico Scortichini, amministratore delegato del tour operator, è sui prodotti di nicchia: da Go Biker a Go Fish, passando per Go Horse e Go Trekking e fino a Go4All, per i disabili. Sono in tutto dieci i “mini brand” rivolti a target mirati per i quali è stato fatto un duro e articolato lavoro di specializzazione, come spiega lo stesso Scortichini: «Ci siamo consolidati con Go World grazie a un anno davvero positivo, raggiungendo una crescita nelle vendite a doppia cifra: dalla seconda metà dell’anno abbiamo registrato più fatturato, più marginalità e maggiori conversioni di preventivi in pratiche. In altre parole una maggiore propensione alla spesa turistica dei nostri clienti di riferimento, che ha fatto segnare una consistente inversione di tendenza che lascia ben sperare anche per il 2018».
Un futuro dalle grandi aspettative?
«È presto per dirlo, ma di certo la vacanza è tornata a essere un bene primario per la fascia medio-alta. E non c’è più nemmeno la strana tendenza a risparmiare quei 50-60 euro tra i big spender, che era una contraddizione in termini di questi ultimi anni. C’è attenzione al prodotto, ovviamente, ma non più a certe differenze tariffarie e questo aiuta il nostro lavoro. Secondo me ha aiutato molto il modo innovativo con cui realizziamo nuovi cataloghi. Ne abbiamo infatti creato tre fuori formato, con il primo di sole foto, il secondo di stampe antiche e senza prezzi e il terzo dedicato al segmento luxury».
Un lavoro che ha portato Go World a dare vita a diversi brand, con un modello che presidia più nicchie.
«Sì, c’è stata un’articolata ricerca di mercato che ha analizzato ogni singolo ambito che volevamo presidiare, con 18mila intervistati tra bikers, disabili o anche surfisti. Durante questa analisi abbiamo anche scoperto che l’85% degli intervistati non si rivolgeva più alle agenzie di viaggi, e qualcuno non aveva mai messo piede in una adv. Da qui la nostra sfida, che abbiamo invitato a cogliere anche agli agenti».
E come hanno reagito le agenzie?
«Innanzitutto abbiamo convinto tre grandi network, vale a dire Uvet, Welcome e Geo, a condividere l’idea del multi brand e di un percorso di formazione professionale su questi prodotti che vanno promossi. Poi, abbiamo dialogato con quelle adv che credevano nella nostra operazione, perchè sono loro le prime a mettersi in gioco. Ci hanno seguito soprattutto i giovani agenti che devono conquistarsi nuova clientela e che hanno familiarità con i canali social e il marketing relazionale».
Quali sono i vostri primi bilanci?
«Il brand che è partito meglio è stato quello dei motociclisti, soprattutto perché molto trasversale come target. Buone soddisfazioni sono arrivate anche da Go Trekking, mentre il Go4All, nonostante una forte richiesta, stenta a decollare perché non tutti i Paesi esteri sono ancora in grado di ospitare al meglio questa clientela. Promettenti sono, infine, Go Horse, prevalentemente femminile, e Go Fish. Mentre il brand legato al turismo religioso è molto condizionato dalle altalenanti vicende in Terra Santa».