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Gran Bretagna, le ferrovie tornano pubbliche dopo 30 anni

Victoria station da adobe

Victoria station

Lo slogan è di quelli a effetto: “Togliamo il freno alla Gran Bretagna”. Così il nuovo premier laburista Keir Starmer ha presentato il suo piano di governo per la crescita del Paese, con ben 12 disegni di legge, tra i quali, oltre al decentramento amministrativo,  spicca il progetto di ritorno alla nazionalizzazione delle Ferrovie Britanniche dopo 30 anni.

Si chiamerà infatti Great Britain Railways il nuovo ente statale che dovrà prendere in gestione l’intera rete ferroviaria, con la mission di migliorare l’efficienza dei trasporti su rotaia, che negli ultimi anni sono stati al centro di parecchie critiche. Non tanto per la qualità del servizio, che è comunque di buon livello, quanto per certe tariffe proibitive introdotte negli ultimi anni con il lancio dell’Alta velocità che verrà ulteriormente sviluppata sul territorio.

Dunque le ferrovie britanniche tornano pubbliche dopo 30 anni: la privatizzazione fortemente voluta dal governo dei conservatori, aveva generato un’impennata nei costi dei biglietti, provocando la dura reazione dei passeggeri, soprattutto dei pendolari, costretti a sostenere spese di abbonamenti decisamente superiori rispetto ad altri Paesi europei.

Attualmente la rete ferroviaria britannica, tra le più antiche ed estese in Europa, dispone di 15.880 km di binari, con  cinque linee ad Alta velocità, oltre 2.570 stazioni di cui ben 368 soltanto a Londra e suoi sobborghi.

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