Era una scommessa. E dopo poche settimane si dicono già tutti soddisfatti. Appena riaperti i canali internazionali per la Tunisia, le presenze hanno raggiunto il 75% di quelle registrate nel 2019, ultimo anno prima della pandemia. E molti di questi turisti sono arrivati dall’Italia.
«Fino al 1° marzo, gli italiani non potevano andare per turismo in alcun Paese fuori dell’area Schengen – spiega il direttore dell’ufficio turistico tunisino in Italia, Souheil Chaabani – Una volta caduto questo divieto, c’è voluto più di un mese perché i tour operator approntassero un minimo di programmazione. La vera ripresa è iniziata a fine aprile. Se abbiamo raggiunto questo risultato nonostante le condizioni di difficoltà, possiamo davvero essere molto ottimisti per i prossimi anni».
SEMPRE PIÙ CONNESSIONI AEREE
La risposta del mercato ha sorpreso gli stessi operatori. Basti pensare che Neos, il vettore aereo del gruppo Alpitour, aveva programmato tre voli settimanali, rispettivamente da Milano, Verona e Bologna; ma già a luglio i voli sono stati più che raddoppiati. In agosto, fa sapere il direttore commerciale della compagnia, Aldo Sarnataro, sono programmati ogni lunedì due voli Milano-Djerba, due voli su Monastir, da Milano e da Verona, e altri due combinati Djerba/Monastir, rispettivamente da Verona e da Bologna; oltre a un volo il martedì Bologna-Djerba/Monastir.
Soddisfazione anche per la compagnia di bandiera, Tunisair, che ha fatto registrare un’ottima percentuale di riempimento e promette di mantenere le stesse rotte anche d’inverno. «È vero; tenuto conto del contesto molto complicato, ovvero il fermo dovuto alla pandemia e gli strascichi che hanno provocato il caos nei cieli di mezzo mondo, possiamo dire che questa ripresa dimostra che il mercato è in crescita».
Così il direttore marketing della società in Italia, Nadim Ounali, che parla anche delle prospettive: «Stiamo ringiovanendo la flotta. Tra qualche settimana, arriverà un nuovo A320 neo e un altro identico arriverà entro qualche mese. Si tratta di aerei costruiti con leghe più leggere di quelle utilizzate finora. Con il vantaggio di risparmio di carburante e, conseguentemente, un minore impatto ambientale».
Ma l’affollamento dei voli verso la Tunisia è dovuto, secondo Ounali, anche all’ampia scelta di aeroporti italiani dai quali si può partire: Roma, Milano, Venezia e Bologna, oltre a Palermo e Napoli che sono servite dalla controllata Tunisair Express. Sembra, insomma, che appena trovano dei voli per la Tunisia, gli italiani siano pronti a riempirli.
LE SCELTE DEI TOUR OPERATOR
«Il target principale di questa destinazione sono famiglie e coppie – spiega Franco Campazzo, direttore prodotto tour operating di Alpitour – che per lo più ricercano una vacanza balneare ed esperienziale. Esigenze che corrispondono ai format dei nostri brand e alle molte esperienze che proponiamo in loco. Siamo molto soddisfatti dei risultati: la destinazione ha aperto solo ai primi di giugno e c’è stata una risposta del mercato immediata. Un trend trainato soprattutto dal Bravo El Borj, a Mahdia, e dal Bravo Yadis, a Djerba; ma anche dai SeaClub di Francorosso e dai Club di Alpitour».
Eppure, nonostante questi numeri che dimostrano quanto gli italiani siano legati a questo Paese così vicino, le presenze turistiche degli ultimi anni prima del Covid vedevano più numerosi i turisti di almeno altre quattro nazionalità.
«Secondo le rilevazioni del 2019 – dice Chaabani – al primo posto c’erano i francesi, comprensibilmente visti i trascorsi coloniali; e poi russi, tedeschi e inglesi. Per vedere cosa succede quest’anno, dobbiamo aspettare la fine della stagione. Ma, a parte l’assenza dei russi per le note vicende, ci aspettiamo una crescita dei turisti cechi, che già prima della pandemia sono arrivati anche a superare per numero gli italiani».
Ad aspettarsi che gli italiani risalgano in questa classifica è Nicolaus, tour operator presente in Tunisia soprattutto con i villaggi Valtur e con gli altri suoi brand, Turchese e Raro. «Credo che nel 2019 ci fosse stato un recupero di altri mercati – ricorda Gaetano Stea, direttore prodotto – Ma sono sicuro che gli italiani siano già più numerosi rispetto allo storico recente. Infatti noi abbiamo sempre creduto nella destinazione e ci siamo trovati pronti alla ripartenza di quest’anno perché, in realtà, ci lavoravamo già da un anno. E siamo stati supportati dall’ufficio del turismo tunisino».
«Abbiamo investito nello scouting e abbiamo individuato gli operatori affidabili con i quali collaborare – aggiunge Sara Prontera, direttore marketing del Gruppo – Così oggi possiamo contare su partner che garantiscono, a prezzi competitivi, un livello di servizi assolutamente di qualità, a due ore massimo di volo, se si parte da Milano. Certo, sappiamo che si deve ancora lavorare sull’identità del Paese, sulla sua immagine turistica, che non è solo mare ma anche cultura, territorio, gastronomia».
LA STRATEGIA DELL’ENTE
A puntare sulle attrattive specifiche del territorio sono gli stessi tunisini, il cui obiettivo è adesso quello di prolungare la stagione: «Stiamo lavorando per far conoscere le bellezze del Paese che non hanno rivali – conferma Chaabani – come il nostro deserto o il lago salato. E che si apprezzano di più proprio nei periodi meno caldi dell’anno. In collaborazione con i tour operator, abbiamo organizzato delle serate promozionali con le agenzie di viaggi proprio per dare loro la possibilità di presentare anche gli aspetti meno noti della Tunisia. Ma vogliamo fare di più. Perché sappiamo che servono degli eventi di richiamo per dare alla destinazione un’identità riconoscibile che vada oltre la formula del sole/mare». Anche Moez Sinaoui, ambasciatore della Tunisia in Italia, nell’intervista al nostro giornale ha ribadito l’importanza di aumentare i flussi tra i due Paesi.
Secondo uno dei partner di queste iniziative, sempre il Gruppo Nicolaus, oltre al deserto, la Tunisia può puntare anche sul golf, sulla talassoterapia, sulla cultura, che vuol dire anche gastronomia e le tante testimonianze dell’antica Roma. «Ci sono tutti gli elementi per tenere aperte le strutture ricettive per almeno nove mesi all’anno. Ma una destinazione funziona se ci si può arrivare – dice Stea – Questo significa investire sui collegamenti. Noi abbiamo fatto e continueremo a fare la nostra parte, anche perché i nostri interlocutori sono ormai consapevoli di dover puntare sulle proposte culturali».
È vero che organizzare i charter per tutta l’estate è stato un gesto di coraggio, alla fine premiato. Ma la programmazione finisce a ottobre. E dopo, se pure la promozione del turismo culturale ed esotico stimolerà la domanda, come si potrà arrivare nel sud della Tunisia? Secondo Tunisair, si tratta di un falso problema. «I collegamenti di linea rimarranno attivi tutto l’anno – concludes Ounali – e anche se tutti i voli in partenza dall’Italia sono diretti a Tunisi, da lì ci sono i voli interni che portano a Djerba e Tozeur. Senza contare che anche i dintorni di Tunisi meritano di essere visitati e hanno strutture, anche 5 stelle lusso, che sono l’ideale per l’inverno».