by Giorgio Maggi | 12 Novembre 2019 7:00
Dal flight shame – ovvero la “vergogna” di volare – in Europa all’acquisto via social in America Latina, senza perdere di vista i numeri e le tendenze del grande motore del turismo – l’ Asia-Pacifico – e l’avanguardia dei sempreverdi States. In tutto il mondo la domanda di viaggi e vacanze non smette di crescere, ma i confini e i trend cambiano di continuo grazie a uno sviluppo – territoriale e demografico – estremamente dinamico.
Da qui al 2024, infatti, la travel industry globale registrerà, in media, un aumento del 3,3%, per un giro d’affari che tra cinque anni toccherà i 3 triliardi di dollari. «L’instabilità politica e il cambiamento delle abitudini – ha detto però Caroline Bremner, head of travel research di Euromonitor International, presentando al Wtm di Londra il report “Megatrends-Shaping the Future of Travel: 2019 Edition” – giocheranno un ruolo importante nel plasmare i flussi turistici, ma con grandi differenze da continente a continente. Proseguirà senza soste anche la digital transformation, con le prenotazioni online che arriveranno al 52% sul totale»
L’effetto Greta e la sostenibilità
L’effetto Greta colpisce anche il turismo, un settore che secondo le ultime stime è responsabile fino al 5% delle emissioni di anidride carbonica a livello globale. Grazie alla teeneager svedese, però, sono molte le voci che dall’interno della travel industry si sono levate in favore di un modo di viaggiare più “green”, capace anche di combattere la piaga dell’overtourism.
Un esempio? A partire dalla Scandinavia, ha fatto la sua comparsa il flygskam (più conosciuto nella sua declinazione inglese, flight shame). Un termine, questo, ormai entrato nel lessico comune, tanto che Forbes l’ha addirittura nominato “buzzword” dell’anno. In attesa che l’abitudine a rinunciare all’aereo sulle tratte domestiche prenda piede anche in altre parti del vecchio continente, come è già successo in Norvegia e Svezia.
Accessibilità: il viaggio è per tutti
Il turismo accessibile è in crescita. Merito di una domanda sempre più sostenuta (a livello mondiale, oltre un quinto della popolazione ha necessità di determinate o maggiori facility durante i loro viaggi) e di una serie di operatori e Paesi (per la maggior parte europei) che dei viaggi “senza limiti” hanno fatto la loro bandiera. Proprio come accade in Germania e Regno Unito, o grazie a catene alberghiere come Scandic Hotels, che in oltre 230 strutture ha introdotto da tempo il concetto di “Hotel Room for All”. Il modello si basa su di un insieme di facilitazioni e “attenzioni” riservate a camere, ristoranti e spazi comuni, che hanno l’obiettivo di rendere senza difficoltà il soggiorno non solo dei viaggiatori con disabilità fisiche, ma anche dei turisti più anziani o di coloro che sono affetti da particolari allergie.
Lo shopping sui social media
I social media non sono fatti solo per condividere esperienze o per ispirare luoghi e modi del prossimo viaggio. La previsione di quello che accadrà anche in Europa arriva da oltreoceano, e in particolare dall’America Latina, dove nel corso del 2019 quasi un terzo dei consumatori hanno effettuato acquisti via social media. Un trend che alcuni tour operator hanno incominciato a cavalcare attraverso i post degli influencer, e che fa il paio con il lancio da parte di Instagram di alcune funzioanlità legate all’ecommerce.
Il Far east ipertecnologico
Le super app sono tutte in Asia. Non esiste solo WeChat tra quelle che dominano il mercato asiatico. Da Meituan Dianping a Line, passando per Tencent e Gojek, tutte le applicazioni che vanno per la maggiore nella regione Asia Pacifico hanno la caratteristica di offrire una serie di servizi davvero a 360° gradi: dalla mobilità al lifestyle, dalle piattaforme di pagamento alla messaggistica, naturalmente con un occhio di riguardo a tutto ciò che significa viaggiare. Proprio come ha fatto negli ultimi mesi Grapd, piattaforma nata a Singapore sul modello di Uber, che nel tempo ha dato vita a GrabPay, GrabFood e, adesso, si è alleata con Singapore Tourism Board per promuovere servizi turistici on-demand.
L’incubatore Medio Oriente
Sono sempre di più gli “incubatori” per imprese innovative dedicate al turismo che nascono nei Paesi arabi. L’obiettivo, in un mondo ancora dominato dalla distribuzione offline, è quello di accrescere la quota di chi acquista viaggi servendosi delle piattaforme web. Come nel caso della partnership messa in piedi ad Abu Dhabi dal Department of Culture and Tourism, Etihad Aviation Group e da Wamda Capital, per lanciare un programma di finanziamento dedicato alle travel startup, oltre che a future aziende nel campo di mobilità, cyber security e trasporti.
La rivoluzione africana
Il lancio degli e-visa e della tecnologia biometrica in Sudafrica. E poi la creazione dell’African Tourism Board. Sono questi solo alcuni degli esempi che stanno cambiando la percezione, all’interno del continente africano, di ciò che la travel industry può apportare alle economie locali. Tutto, grazie alla crescita di operatori attenti non solo alle esigenze delle popolazioni locali, ma anche alle nuove necessità dettate da un turismo sostenibile e dalle nuove tendenze legate ai flussi di viaggiatori intra-continentali.
La legge della loyalty
L’obiettivo è imitare un’azienda come Amazon e mettere in campo anche nel turismo dei sistemi di loyalty capaci di replicare il successo di piattaforme di intrattenimento, prodotti di bellezza e ogni genere di servizi. Un “balzo” in avanti che, nella travel industry, sta mettendo in pratica una realtà come Uber, che ha recentemente lanciato due campagne pilota di “sottoscrizione” nelle metropoli di San Francisco e Chicago. Per fidelizzare i suoi clienti, l’azienda ha deciso di includere nell’offerta una serie di sconti, oltre la possibilità di utilizzare moto, biciclette e scooter, oltre che le consegne di Uber Eats come parte di un pacchetto mensile.
Asia, l’hub globale del travel
4Anche per l’industria turistica, è l’Asia il vero e proprio hub mondiale dell’innovazione. Il merito? Una popolazione giovane, con una crescente capacità di spesa che vale più della metà degli utilizzatori di Internet a livello globale. Lo dimostra, tra le altre cose, la percentuale di prenotazioni via mobile e app che interessano il continente asiatico, più o meno il 64% di tutte le online travel sales (le media mondiale non supera il 46%). Ma attenzione, perchè come lo sono stati i Giochi Olimpici di Beijing nel 2008, il prossimo passo in avanti in fatto di travel technology saranno le Olimpiadi e le Paralimpiadi di Tokyo nel 2020.
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