Guerra in Israele, il punto sul turismo: “No alla psicosi Medio Oriente”
A quasi 60 anni dalla Guerra dei sei giorni del 1967, e a una ventina dalla Seconda Intifada, è di nuovo scontro a fuoco totale in Israele, Paese che aveva faticosamente negli anni recuperato una certa stabilità e una rilevante valenza turistica. Oggi il mondo fa un gigantesco passo indietro, con il Mediterraneo – Italia in particolare – stretto tra il nuovo conflitto arabo-israeliano e quello russo-ucraino, crocevia della macchina da guerra Usa, già in movimento con una portaerei diretta verso il nostro mare.
La premessa è d’obbligo, prima di rendere conto degli indubbi e fragorosi effetti sul turismo, non solo in Israele, ma in quasi tutto il Medio Oriente. “Tremano” soprattutto Giordania ed Egitto, dove alcuni agenti di viaggi già riferiscono di richieste di cancellazione (al momento giustificate solo dalla paura); meno compromessa invece l’altrettanto vicina Arabia Saudita, che a parere di scrive potrebbe fungere da ago nella bilancia del conflitto, contribuendo a un ripristino di un ordine che – fosse solo per ragioni economiche – le starebbe molto a cuore.
CRONACA: DALL’ATTACCO DI HAMAS AI RAID SU GAZA
Ma torniamo per un attimo alla cronaca. Sabato 7 ottobre, di primo mattino, mentre i bambini si recano a scuola, Hamas sferra un potente attacco missilistico dalla Striscia di Gaza, colpendo vari punti di Israele, compresa Tel Aviv. È l’operazione militare Al-Aqsa Flood, che vede l’ingresso de miliziani dalla Striscia nei territori israeliani, con la complicità – rivela oggi il Wall Street Journal – dell’Iran che avrebbe aiutato Hamas a pianificare l’attacco.
La reazione di Israele non tarda arrivare: il primo ministro Benjamin Netanyahu, evidentemente indebolito, dichiara lo stato di guerra, mobilitando i riservisti e ingrossando lo schieramento di tank a ridosso di Gaza e giurando: «Ridurremo in macerie i luoghi di Hamas». Il bilancio di sangue, intanto, si aggrava di ora in ora: un massacro di giovani a un rave party israeliano alla frontiera porta a oltre 700 morti e 2.500 feriti le perdite di Israele. Centinaia – si stimano già 410 morti (di cui 78 bambini) e 2.300 feriti – anche le vittime dichiarate dal ministero della Sanità palestinese dopo i raid sulla Striscia.
Intanto, nel vicino Egitto, per l’esattezza ad Alessandria, un agente della polizia locale avrebbe sparato contro un gruppo in visita nella zona del santuario Aumd al-Sawari, nell’area di El Manshiyya, uccidendo due turisti israeliani. Un fatto collaterale, questo, emblematico di quanto ciò che accade in Israele si rifletta immediatamente in tutta l’area, surriscandola, come sovente accaduto in passato.
FILO DIRETTO OPERATORI-FARNESINA
Non aggiorneremo la cronaca di guerra minuto per minuto, tantomeno la conta delle vittime, a cui dolorosamente non riusciremmo a stare dietro. Anche oggi il nostro compito sarà un altro: informare, allertare e rassicurare, laddove necessario, gli addetti ai lavori dell’industria turistica, particolarmente attivi in Israele e ora preoccupati per i riverberi in tutta l’area, Egitto e Giordania in primis. Mestiere che compete ai giornalisti, ma anche alle associazioni di categoria, e che Maavi ha dato nuovamente prova in queste ore di saper svolgere correttamente anche attraverso il suo primo organo d’informazione: il gruppo Facebook #nonsmetteremodiviaggiare.
Nel suo ultimo sostanzioso post, la presidente Enrica Montanucci fa quadrato con il ministro degli Esteri, che – parole sue – «sta seguendo passo passo quanti sono tornati o stanno tornando e ci sta aggiornando sulla chat “Operatori turistici” creata tempo fa per situazioni di emergenza», invitando gli accoliti a esternare «dubbi e/o domande anche in privato a [email protected]».
Da Maavi anche la notizia dello «stato di emergenza e sconsiglio in uscita per sistemare le questioni annullamenti» e la volontà di «cercare di tranquillizzare i clienti, chiarendo che Israele non è la Giordania o l’Egitto, cercando di non alimentare il senso di paura verso le mete dell’Oriente mediterraneo che avevamo appena visto risorgere». Infine un appello: quello a «non fare disinformazione» tra gli addetti ai lavori, diffondendo «opinioni personali al posto di informazioni verificate e certe».
L’ALERT E LE INFORMAZIONI SUL SITO “VIAGGIARE SICURI”
Nel frattempo, il sito Viaggiare Sicuri della Farnesina aggiorna la sua pagina con il seguente alert:
A seguito del massiccio lancio di razzi in varie località del Paese dalla Striscia di Gaza il 7 ottobre le autorità israeliane hanno dichiarato lo stato di guerra. Una specifica allerta interessa tutte le località in un raggio di 80 km dalla Striscia di Gaza. Tale misura è al momento in vigore fino a martedì 10 ottobre alle ore 18.00, ma non si possono escludere ulteriori proroghe. Nessun veicolo è autorizzato a circolare in quest’area.
La situazione di sicurezza in Israele e nei Territori Palestinesi resta estremamente fluida e si segnalano cancellazioni sulle tratte aeree da e per l’Italia. Si invitano pertanto i connazionali a rinviare il proprio viaggio in caso di spostamenti non strettamente necessari.
Le compagnie El Al – che ha garantito voli giornalieri da Roma e da Milano – e Israir continuano a operare voli da e per l’Italia e altre destinazioni dall’aeroporto Ben Gurion. A chi non ha ancora un volo confermato con altri vettori si consiglia di controllare la disponibilità con queste compagnie, direttamente dai siti web. Per chi si trova in aeroporto si suggerisce di controllare comunque ai banchi El Al e Israir la disponibilità di posti sulle destinazioni in uscita, in caso di mancata presentazione di passeggeri già prenotati.
Si invitano i connazionali presenti in Israele e nei Territori Palestinesi a evitare spostamenti non strettamente necessari, mantenere la massima attenzione, restare informati e seguire le indicazioni delle Autorità locali.
Ai connazionali presenti in aree limitrofe alla Striscia di Gaza e nel Golan e nelle aree più vicine si raccomanda di seguire con particolare attenzione le indicazioni di sicurezza suggerite dallo Home Front Command israeliano (pagina con i consigli su aree protette; sito internet Oref.org.il che può essere consultato, per motivi di sicurezza, solo nel territorio israeliano).
Si segnala inoltre che i valichi terrestri di frontiera con la Giordania potrebbero subire chiusure improvvise. Si consiglia di monitorare gli aggiornamenti forniti dalle Autorità locali, tanto giordane che israeliane, che potrebbero in qualsiasi momento disporre apertura e chiusura e limitarne il funzionamento.
Per spostamenti sul territorio israeliano, si segnala che la rete ferroviaria è, salvo eccezioni legate al regime di emergenza in vigore, attiva. Per verificare orari e/o eventuali riduzioni dell’operatività dei treni, è possibile consultare questo link.
Ulteriori informazioni per la tua sicurezza clicca qui. Per emergenze: Ambasciata d’Italia a Tel Aviv: 00972 (0) 54 8803940 e 00972 35301901 – Consolato Generale a Gerusalemme: 00972 (0) 505 327166 e 00972(0) 547 688399 – L’Unità di Crisi è sempre raggiungibile allo 0039 0636225.
Tutti i connazionali presenti in Israele e nei Territori Palestinesi sono invitati a scaricare e attivare la app Unità di Crisi (clicca qui per scaricarla), attivando la geolocalizzazione e registrando la propria presenza. In alternativa usare il sito DovesiamoNelMondo.it.
L’ENTE DEL TURISMO: CANALE WHATSAPP PER I TURISTI
Da parte sua, in una nota ufficiale, l’Ufficio israeliano del turismo di Milano ha ribadito come lo stato di emergenza sia limitato “al confine con la Striscia di Gaza, in un raggio di 80 chilometri, area in cui nessun veicolo è autorizzato a circolare. Alcune compagnie aeree hanno cancellato i collegamenti verso Israele. L’aeroporto è in ogni caso aperto e, oltre a El Al che ha garantito voli giornalieri da Roma e da Milano, da oggi anche altre compagnie stanno riprogrammando le rotte verso l’aeroporto Ben Gurion”, ha aggiunto.
“Attualmente – prosegue l’ente – sono circa 130mila i turisti stranieri che stanno visitando Israele e nessuno di loro è rimasto coinvolto in questa situazione che si evolve ogni ora. Il ministero del Turismo di Israele è in contatto con tutte le autorità e ha attivato un’attiva collaborazione con l’Incoming Tourism Association al fine di monitorare in tempo reale la situazione e fornire assistenza ed aggiornamenti: la sicurezza dei turisti è la nostra assoluta priorità e tutte le forze sono in questo momento messe in campo per garantirla”.
Tutta l’assistenza a coloro che ne avranno necessità è garantita dal ministero anche attraverso una linea WhatsApp che fa capo al numero 972559726931. Per ogni richiesta e/o chiarimento da parte dell’ente è attiva anche la mail [email protected] e, de visu, la possibilità di incontrare i rappresentanti dell’Ufficio nazionale israeliano del turismo al Ttg di Rimini dall’11 al 13 ottobre (Pad C1, Stand 426).
ORP: “SOSPESI I PELLEGRINAGGI IN TERRA SANTA”
A ridosso del primo attacco contro Israele, il numero che circolava era di 250 turisti italiani in loco. «La nostra unità di crisi, l’Ambasciata italiana a Tel Aviv ed il consolato d’Italia a Gerusalemme stanno seguendo minuto per minuto l’evolversi della situazione e stanno invitando alla prudenza tutti i cittadini italiani che sono lì», aveva dichiarato il ministro degli Esteri Antonio Tajani.
«Quelli che vivono in Israele, alcuni dei quali hanno il doppio passaporto, sanno quello che devono fare e ci siamo concentrati soprattutto su quelli che non vivono in Israele. Tutti quanti hanno ricevuto dei messaggi», aveva aggiunto.
Lato tour operating, tra i più “compromessi” c’è l’Opera Romana Pellegrinaggi che comunica di aver sospeso i pellegrinaggi in Terra Santa, dove attualmente ci sono due gruppi. «Sono un centinaio di persone e grazie a Dio oggi stavano in Galilea, zona tranquilla. Stanno tutti bene – spiega all’Adnkronos l’ amministratore delegato don Remo Chiavarini – Si tratta di un gruppo svizzero e di uno italiano guidato da monsignor Enrico Feroci. Il gruppo sarebbe dovuto arrivare a Gerusalemme nei prossimi giorni. Ora è tutto sospeso. Ad oggi ci sono check point che non permettono la circolazione».
I pellegrini dovrebbero fare rientro in Italia nei prossimi giorni mentre sono stati “sospesi” i pellegrinaggi che sarebbe dovuti partire tra domani e dopodomani. Don Chiavarini parla di una situazione «sospesa», ma dice anche che la tensione era palpabile nei giorni prima dell’attacco a Israele: «C’è sentore che stavolta sia qualcosa di diverso. Mi meraviglia come Israele non si fosse accorta che stava montando la situazione. Ci si illude che andando avanti tutto si risolva. Non è così. Occorrono passi, anche dolorosi, altrimenti accade l’inevitabile».
In generale, sul fronte delle prenotazioni turistiche, mentre si assiste allo scontato crollo della domanda di viaggi per lo Stato ebraico, le compagnie aeree registrano una forte impennata del booking da parte di israeliani all’estero — o di membri della comunità ebraica — che vogliono recarsi in Israele per supportare il proprio Paese.
VOLI SOSPESI, MA NON DEL TUTTO
E mentre Neos, la compagnia aerea del Gruppo Alpitour, mette a disposizione “voli rescue per i passeggeri al momento in Israele”, molti vettori – fa sapere Il Corriere della Sera – hanno annullato i collegamenti con Tel Aviv.
Più in generale, l’organizzazione intergovernativa di controllo del traffico aereo, Eurocontrol ha vietato i sorvoli per gli aerei commerciali lungo alcuni «corridoi» (inibendo di fatto il passaggio tra i 3.350-3.650 metri di altitudine) e si ragiona anche sulla chiusura totale dello spazio aereo israeliano, se la situazione dovesse peggiorare. Da parte sua, l’Easa, Agenzia europea per la sicurezza aerea, ha emesso un bollettino su Israele come zona di conflitto almeno fino al 31 ottobre. Attenzione altissima anche sul nord del Paese, dove vengono al momento fatti passare i velivoli, che rischia però di diventare un’altra zona «calda». Ulteriore avvertimento di Eurocontrol: «fare attenzione» a possibili ritardi e far partire gli aerei con più carburante del previsto.
Nel dettaglio delle singole compagnie, il vettore israeliano di bandiera El Al – molti dei cui velivolo sono dotati di sistema anti missilistico – conferma le normali operazioni. La nostra Ita Airways, invece, ha cancellato i voli tra Roma Fiumicino e Tel Aviv almeno «fino a martedì mattina». E se Wizz Air ed easyJet avevano annunciato già domenica la sospensione delle operazioni, Ryanair – sfiorata oggi in fase di atterraggio a Tel Aviv da un missile di Hamas – si è vista costretta a fare altrettanto, cancellando i suoi voli fino all’11 ottobre. Cancellazioni che si prevede proseguiranno anche nei prossimi giorni, per cui si consiglia a passeggeri, operatori e agenzie di monitorare alla fonte lo stato dei singoli voli sull’area.
Oltreoceano, intanto, mentre la macchina da guerra Usa già si è messa in moto a supporto di Israele, la Federal Aviation Administration, ovvero l’ente dell’aviazione statunitense, ha emesso un bollettino invitando “le aviolinee a prestare estrema cautela nella regione di Tel Aviv”, anche nell’ipotesi di una possibile “chiusura dello spazio aereo”. Le compagnie statunitensi Delta Air Lines, United Airlines e American Airlines – oltre alle grandi legacy europee come Lufthansa e Air France-Klm – hanno annunciato la sospensione dei voli da e per Tel Aviv. Altre hanno modificato gli orari o cancellato alcuni voli e hanno annunciato che stanno valutando di sospenderli del tutto, tra queste British Airlines.
Intanto, tra i piloti occidentali si fa sempre più pressante la richiesta – seppur non formulata in via ufficiale – di dichiarare i cieli d’Israele insicuri, chiudendoli all’aviazione commerciale.
AMBURGO, STOP TRAFFICO AEREO: “MINACCIA SU VOLO DALL’IRAN”
Sempre sul fronte aereo, non mancano gli effetti collaterali del nuovo conflitto arabo-israeliano. La notizia battuta stamane dalle agenzie è la seguente: “Il traffico aereo sull’aeroporto di Amburgo è stato sospeso dalle 12.40 di oggi (lunedì 9 ottobre, ndr) in seguito alla minaccia di un attacco a bordo di un aereo atterrato alle 12.20 e proveniente da Teheran, ha riferito una portavoce dello scalo citata dall’agenzia di stampa tedesca Dpa”.
“A bordo dell’aereo – spiega l’Adnkronos – vi erano 198 passeggeri e 16 membri dell’equipaggio. Tutti hanno lasciato l’aeromobile che è ora parcheggiato in un’area speciale dell’aeroporto. Sono in corso controlli di sicurezza su tutti, ha reso noto la polizia. I bagagli in stiva sono perquisiti. La polizia ha ricevuto un’email con la minaccia di un attacco a bordo dell’aereo. Minaccia che viene considerata molto seriamente, si precisa”.
PAROLA D’ORDINE SOLIDARIETÀ
E mentre su Palazzo Chigi, così come sulla facciata di Downing Street, residenza del primo ministro del Regno Unito a Londra, viene proiettata la bandiera con la stella di David in segno di fratellanza, anche l’industria turistica si stringe intorno alla “Terra Santa”. Da qui il messaggio di ringraziamento su LinkedIn di Kalanit Goren, direttore in Italia dell’Ufficio del Turismo Israeliano: «In un giorno di immensa tristezza e dolore per la mia Israele, desidero ringraziare tutti coloro che sono vicini a me e alla mia Terra. Grazie per i vostri messaggi di affetto, grazie per farmi sentire la vostra vicinanza, grazie per riuscire a comunicare amicizia e speranza. Continuiamo a lavorare con grande impegno nella speranza e nel desiderio di tornare presto. Tutti noi siamo a disposizione in ogni momento per dare il supporto e tutto l’aiuto possibile».
Da parte de L’Agenzia di Viaggi Magazine tutta la solidarietà alle popolazioni colpite da questa terribile guerra, ma anche all’industria turistica che – seppur elemento oggi collaterale – è messa ancora una volta a dura prova tra rimpatri, gestione rimborsi e una “psicosi Medio Oriente” da arginare nel più breve tempo possibile.
(articolo in aggiornamento)