Nella querelle intorno alla riforma della figura di guida turistica, interviene anche Gti – Guide Turistiche Italiane, che in una nota ribadisce l’urgenza di regolamentare una volta per tutte la professione seguendo alcune condizioni poste dall’Ue, ma tenendo la barra ferma su alcuni punti cardine immodificabili quali l’abilitazione con valenza nazionale (nonostante qualcuno si ostini a osteggiarla tuttora), l’Elenco nazionale, la programmazione degli esami con modalità di svolgimento ben definite su scala nazionale e la certezza del percorso da seguire per il trasferimento in Italia delle guide abilitate all’estero (che sarà tuttavia modificato nei tempi poiché ritenuti troppo lunghi dalla Commissione europea).
Nella nota diffusa da Gti si legge poi che “l’Europa ha mosso alcune osservazioni sulla legge alla luce del concetto prioritario di libera circolazione delle professioni su territorio comunitario, come punto essenziale. A loro giudizio l’inserimento di vincoli quali la laurea obbligatoria, l’assicurazione Rc, le certificazioni linguistiche e tempi molto lunghi per la conversione delle abilitazioni estere, renderebbero troppo complicato il trasferimento e la circolazione di professionisti da altri Paesi rendendo l’Elenco Nazionale una lista troppo chiusa e troppo simile a un Albo ordinistico”.
Pertanto, alla luce di questi rilievi sollevati dall’Ue, secondo Gti si procederà ad alcune semplificazioni che riguarderanno l’accesso alla professione con il diploma di scuola superiore, l’ok per una sola lingua straniera richiesta in sede d’esame, l’annullamento dell’obbligo assicurativo.
“È importante ribadire – prosegue la nota Gti – che più volte, e da molte parti politiche, è stato espresso ciò che noi sosteniamo da tempo, e cioè che se si fosse proceduto anni fa al riconoscimento della validità nazionale dell’abilitazione di guida turistica, avremmo già una legge sulla professione, certamente migliore e non vincolata al Pnrr che molto sta pesando nelle scelte dei governi. Gti da sempre si è battuta per la scelta di tale strada dato che opporsi alla guida nazionale non ha oggi senso, se mai lo avesse avuto prima, alla luce del mondo del turismo evoluto e mutato, delle normative e delle direttive comunitarie. Purtroppo il veto duro imposto da alcune associazioni di categoria ha rallentato e spesso arrestato il processo. Appare chiaro che a livello europeo si vuole la completa liberalizzazione delle professioni legate al turismo e come questa sia l’unica possibilità rimasta per avere una legge in merito prima che si arrivi a rendere accessibile a chiunque la professione di guida. Continuare a chiedere il ritorno ad ambiti locali o anche solo regionali equivale a chiedere in risposta la completa liberalizzazione”.
Gti argomenta la sua nota ribadendo che se si fosse optato subito per la guida nazionale in modo unitario non si sarebbe verificato il fenomeno delle abilitazioni prese all’estero e il dilagare dell’abusivismo dovuto alla carenza di nuove guide con le abilitazioni ferme da alcuni anni.
“Visto il lavoro fatto fino ad ora da tutti noi, e il momento storico politico contingente – conclude la nota Gti – ci auguriamo che veramente questa volta si possa mettere la parola fine a questa estenuante, assurda e insensata situazione di una figura professionale nel caos, alla quale centinaia di giovani che lo desiderano non riescono ad accedere da anni, anche a causa delle assurde ripicche di chi continua a chiedere il ritorno alla guida locale”.