Il gioco di luci sulla facciata si mostra man mano che si salgono i gradini della scalinata di piazza di Spagna. Al n° 6 di piazza della Trinità dei Monti uno sfavillante Hassler Roma invita i suoi ospiti a immergersi nell’atmosfera retrò di un viaggio simbolico indietro nel tempo per celebrare la città, i 125 anni dell’albergo icona dell’ospitalità di lusso in tutto il mondo e per festeggiare i 40 anni di attività del suo proprietario e general manager Roberto E. Wirth. Fondato nel 1893 da Alberto Hassler, l’albergo appartiene dagli anni venti alla famiglia Wirth e oggi Roberto E. Wirth, quinta generazione della famiglia, accoglie gli ospiti personalmente.
«L’uomo coincide con l’albergo – esordisce Corrado Ruggeri, giornalista e conduttore della serata – Celebriamo due monumenti, l’Hassler e Roberto Wirth, di cui mi piace citare una frase: ai sordi è consentito tutto tranne sentire».
Il comune di Roma lo premia per i 40 anni di attività con una medaglia alla carriera, dopo un avvicendarsi di saluti, tra cui quello dell’ambasciatrice svizzera Rita Adam e del ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali e del Turismo Gian Marco Centinaio che ricorda «i tanti imprenditori che vogliono investire in Italia nel turismo di qualità». Il manager, emozionato per il premio, ringrazia gli ospiti e commenta: «L’Hassler Roma è la donna della mia vita, da trattare con i guanti di velluto e amare con tutto il cuore».
La cena è all’insegna di gusto e ricercatezza; il menu è dello chef Francesco Apreda del ristorante stellato Imàgo al sesto piano dell’albergo: cocktail di gamberi in patate novelle, tartina di polenta, gorgonzola e noci, risotto cacio pepi e sesami, capesante impanate e tartufo nero, tartare di manzo, sesamo e mango, parmigiana di melanzane; alcune specialità svizzere, dalla raclette alla torta grigionese; dolci creati dalla pastry chef Simona Piga.