by Redazione | 21 Giugno 2019 7:00
Mini break lunari, fughe intergalattiche, room service in 3d, pillole nutrienti fast food, 2-3 ore lavorative giornaliere e camere adattabili e personalizzate che possono trasportare gli ospiti ovunque, dalla giungla alle catene montuose. Per celebrare il suo centenario, Hilton prova a immaginare l’hôtellerie del 2119 e le tendenze che caratterizzeranno il settore dei viaggi e dell’ospitalità nei prossimi 100 anni.
Un team di esperti in tema di sostenibilità, innovazione, design, relazioni umane e nutrizione ha stilato un rapporto che rivela come la crescente sofisticazione della tecnologia e i cambiamenti climatici avranno un impatto anche sul settore dell’hôtellerie in futuro.
LE PREVISIONI. Secondo Hilton, la personalizzazione sarà dominante, grazie a una tecnologia che permetterà a ogni spazio, allestimento e arredamento di aggiornarsi continuamente per rispondere in tempo reale alle esigenze dell’individuo.
“I microchip sotto la pelle permetteranno, all’occorrenza, il controllo, in modalità wireless, dell’ambiente circostante in base alle esigenze del momento – azzardano dalla catena alberghiera – Dalla temperatura al sistema di illuminazione, all’intrattenimento e non solo”. E ancora, la lobby sarà in grado di creare qualsiasi cosa: da una tranquilla spa a un buzzy bar, regalando all’ospite un’accoglienza personalizzata.
Le proiezioni di Hilton ipotizzano un ritorno del contatto umano e il tocco personale, più necessari e ricercati che mai in un mondo dove prevarrà l’Intelligenza Artificiale. La tecnologia permetterà ai team dell’hotel di concentrarsi su ciò che conta di più: aiutare gli ospiti a connettersi tra loro e costruire momenti memorabili.
Quello del 2119 sarà un mondo sostenibile e, secondo il Gruppo, “solo le imprese che sono responsabili fino in fondo sopravviveranno al prossimo secolo”. La sostenibilità guiderà quindi tutto ciò che riguarda il design di un hotel: da cupole in vetro resistenti agli agenti atmosferici, a edifici realizzati con la plastica dragata dagli oceani. Tra le ipotesi del team di esperti, hotel fungeranno da municipio per le diverse comunità, gestendo le risorse locali e dando un contributo attraverso, ad esempio, l’allevamento di insetti e gli orti pubblici idroponici.
CUCINA E SPORT. Degli insetti nelle diete si disquisisce già adesso cominciano a comparire nella nuova cucina. Hilton tra 100 anni li inserisce nei menù immaginando un ragù a base di coleotteri e sempre più ricette vegetali a base di piante, alghe, per finire con torte al Plancton. Inoltre agli chef verranno forniti dati biometrici per ciascun ospite, che potrà avere il suo piatto perfetto in base alle preferenze e alle esigenze nutrizionali.
Anche il fitness sarà futuristico: si potrà per esempio gareggiare con una tartaruga marina virtuale in una piscina o scalare la parete digitale del Monte Everest. L’esercizio di routine sarà tailor made e si potranno riprendere gli allenamenti interrotti tempo prima grazie alla tracciabilità e a personal trainer olografici. Inoltre, l’energia generata dall’attività fisica sarà utilizzata per alimentare l’hotel, fornendo un sistema circolare a impatto zero. Gli ospiti potranno guadagnare premi in base al raggiungimento degli obiettivi di allenamento.
Il vero nuovo lusso sarà la possibilità di essere offline, ritagliandosi momenti senza tecnologia.
PIONIERI DEL COMFORT. «Fin dai suoi esordi nel 1919, Hilton è stato pioniere nel mondo dell’ospitalità, introducendo importanti novità nel settore, come l’aria condizionata e i televisori in camera. L’anno scorso, è anche diventato il primo gruppo a stabilire obiettivi basati sulla scienza per ridurre il proprio impatto ambientale – ha dichiarato Simon Vincent, evp e president Emea Hilton – Entriamo nel nostro secondo secolo di storia con lo stesso impegno per l’innovazione. La nostra ricerca dipinge un futuro entusiasmante per l’industria dell’ospitalità, evidenziando la crescente importanza dell’interazione umana in un mondo sempre più incentrato sulla tecnologia».
Concetti condivisi dal futurologo Gerd Leonhard. «Nel 2119 saremo sempre di più alla ricerca di esperienze uniche, ma saranno più personalizzate che mai – ha annunciato – Poiché la tecnologia modella le nostre vite, cercheremo momenti di connessione offline con gli altri, compresi i team member degli hotel che ci aiuteranno a ottenere ciò di cui abbiamo bisogno durante i nostri soggiorni. Tra 100 anni, gli hotel dovranno creare opportunità per conversare, collaborare e connettersi, regalando momenti che contano, individualmente, a ciascun ospite».
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