FitCuba 2017 ha acceso i riflettori sull’Oriente cubano e in particolare sulla provincia di Holguín, terza destinazione turistica dell’isola, conosciuta soprattutto per le sue belle spiagge. Ma basta uscire dai resort per immergersi in una natura rigogliosa, scoprire città coloniali e assaporare l’autentica alma de Cuba.
Cristoforo Colombo, che vi approdò il 28 ottobre del 1492, non faticherebbe molto a riconoscere tra le coste sinuose di Cayo Bariay «la terra più bella che occhio umano abbia mai visto». L’atmosfera di quel primo sbarco è ricreata dall’accoglienza festosa di una tribù di tainos (in realtà figuranti in costume) che ci guidano nella visita dell’aldea taina, ricostruzione dell’antico insediamento indigeno descritto da Colombo. All’imbocco della baia di Nipe, la più estesa di tutta Cuba e per questo destinata a diventare un porto crocieristico, Cayo Saetia ci appare dopo un’ora e mezza di catamarano come un miraggio tropicale di spiagge coralline e natura selvaggia. È infatti una riserva naturale ricoperta da una fitta foresta popolata da animali esotici, tra cui antilopi, zebre, cervi, bufali e pappagalli dal piumaggio multicolore.
Holguín ci accoglie con la gioiosa sfilata delle Romerias de Mayo, festa folk-religiosa che culmina con la processione alla Loma de la Cruz, una grande croce in cima a una collina. Da lassù basta un colpo d’occhio per capire perché è chiamata “la città dei parchi”, ma dove non mancano anche belle piazze circondate da chiese, musei e palazzi coloniali. Lungo la strada per Santiago de Cuba che scorre tra piantagioni di canna da zucchero a perdita d’occhio, sosta obbligata a Biran, la casa natale di Fidel e Raul, dove guide appassionate raccontano aneddoti dell’infanzia serena dei fratelli Castro nella finca paterna. Cartelli e murales che inneggiano alla rivoluzione e alla figura del líder maximo ci guidano verso il Cimitero di Santa Ifigenia, ultima dimora di cubani illustri, dove la tomba di Fidel è l’attrazione principale, visitata ogni giorno da oltre un migliaio di persone.
Prima capitale dell’isola in epoca coloniale, Santiago de Cuba trasuda storia rivoluzionaria da ogni pietra. Dopo la visita al secentesco Castello del Morro, Patrimonio dell’Umanità Unesco, altra sosta immancabile alla caserma Moncada, assaltata da un manipolo di giovani rivoluzionari capeggiati dai fratelli Castro il 26 luglio 1953. L’azione fallì, ma segnò l’inizio della lotta armata contro la dittatura di Fulgencio Batista. Il resto è storia.