L’inflazione non frena la voglia di viaggiare, in un mercato che magari si polarizza tra chi taglia i budget e chi è disposto ad aumentarli, ma che non rinuncia a prenotare, torna all’estero e cerca maggiormente di tutelarsi ricorrendo a un’assicurazione, con un boom anche nel canale agenziale, dove il 70% dei clienti sceglie di aggiungere anche una polizza opzionale.
Sono l’83% gli italiani che hanno dichiarato l’intenzione di fare uno o più viaggi questa estate. Si tratta del 7% in più ma soprattutto di un aumento del 22% rispetto al 2019 pre Covid. A dirlo è Europ Assistance Italia nella 22° edizione dell’Holiday Barometer, presentata da Fabio Carsenzuola, ceo Mediterranean&Latam Region e da Katia Cazzaniga, research director Ipsos, corporate reputation.
Vediamo nei connazionali più propensione al viaggio rispetto agli altri europei, la cui media si ferma al 75%, comunque sempre in crescita, +12 punti rispetto al pre pandemia. E torna l’estero, sono infatti il 44% gli italiani che in estate intendono viaggiare oltre i confini nazionali, crescendo del 13% rispetto all’anno scorso. Spagna, Francia e Grecia sono le top 3 tra le mete più gettonate. La voglia di estero riguarda soprattutto i giovani, lo desidera il 73% della fascia tra 18 e 24 anni.
Non mancano gli ostacoli, tra i quali svetta inevitabilmente l’inflazione, che influenza l’entusiasmo nel 75% dei casi, ma non frena le partenze. Spiega Cazzaniga che «Le vacanze sono diventate irrinunciabili ma l’indagine rispecchia anche la polarizzazione cui sta andando incontro la piramide sociale italiana. In generale, l’intenzione di budget da destinare alle vacanze si aggira intorno ai 1.800 euro, 850 euro la media pro capite, in aumento del 2%, ma a fronte di un 53% che lo aumenterà il budget, un altro 21% è intenzionato invece a diminuire la spesa per partire».
E gli italiani prenotano di nuovo con anticipo, il 58% almeno due mesi prima della partenza, con picchi che superano il 70% tra i 18 e i 44 anni d’età.
Poche le sorprese in merito alla vacanza più desiderata, nel 63% dei casi vince il mare, ma spicca anche un buon 26% delle città d’arte. Seguono i tour, 22%, la montagna al 21 e la campagna all’11.
E se gli italiani, come abbiamo visto, mostrano più propensione a viaggiare rispetto agli altri europei, sono anche quelli che quest’anno punteranno maggiormente alla workation, trend che dunque non accenna a perdere colpi. Il 38% degli italiani pensa infatti di lavorare dal luogo di vacanza, dato in crescita del 9% rispetto a un anno fa, mentre la media europea – comunque in crescita di quattro punti – si ferma al 28%.
Naturalmente, nell’indagine di Europ Assistance, non manca lo sguardo al mondo assicurativo. Sono stati il 33% gli italiani che hanno stipulato un’assicurazione di viaggio per l’ultima vacanza effettuata, cresciuti dell’8% rispetto al 2022. E a dimostrarsi particolarmente sensibili sono i più giovani, con percentuali del 44% fino a 34 anni e del 43% tra i 35 e i 44, e arrivano al 47% nel caso delle famiglie con figli minorenni. Le garanzie considerate più rilevanti sono la copertura delle spese sanitarie, 71%, l’annullamento del viaggio, 63%, la copertura bagaglio e la responsabilità civile, al 62%. E se prima del Covid i viaggiatori dichiaravano di non pensare alle assicurazioni di viaggio, oggi il principale motivo di mancata stipula è il costo eccessivo.
IN AGENZIA. Ma nonostante questo l’assicurazione dopo Covid diventa rilevante, anche per quanto riguarda i viaggi acquistati in agenzia. «Il 2023 vede un’intenzione ad assicurarsi molto elevata – conferma Erika Delmastro, head of sales&marketing – Stiamo registrando un alto tasso di redemption delle polizze opzionali. Chi si rivolge al turismo organizzato nel 70% dei casi sceglie di aggiungere un prodotto assicurativo oltre alla polizza già integrata, basti pensare che nel 2019 tale percentuale era al 25-30%».
Polizza annullamento e copertura sanitaria sembrano essere i must-have, «di fronte all’incremento dei prezzi ci si vuole tutelare per l’investimento fatto, e a destinazione si vuole stare tranquilli, specie chi viaggia con i bambini, ma anche i giovani, che magari prima viaggiavano in modo più destrutturato, ora cercano maggiore sicurezza. Vediamo che la parte assicurativa legata alle agenzie è ora in linea con il 2019 e la tendenza è in crescita. Notiamo un calo a livello assicurativo sull’Europa, da un lato perché i consumatori tornano a sentirsi più sicuri e a programmare da sé, dall’altro perché tornano a crescere il medio e lungo raggio, nonostante la spesa. Dal canto nostro, abbiamo cercato di tenere i prezzi delle polizze in linea, cercando di non aumentarli».