by Andrea Lovelock | 16 Maggio 2022 10:21
(PARMA) Risorse economiche e umane per l’hôtellerie che vuole e deve riqualificarsi, per sfruttare appieno un rimbalzo che già durante le festività pasquali ha dato confortanti segnali di risveglio. È quanto ha chiesto il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, in gran spolvero alla 72ª Assemblea generale della federazione tenutasi a Parma, alla presenza del ministro del Turismo Massimo Garavaglia, che ha colto la palla al balzo: «Metteremo in agenda, già per i prossimi giorni, un tavolo tecnico con il ministro del Lavoro Orlando e gli operatori, per verificare quali misure si possano prendere nell’immediato per fronteggiare la mancanza di almeno 350mila figure professionali nel turismo, proprio nel momento clou della stagione».
Per il resto Garavaglia ha ricordato che il Pnrr mette a disposizione del turismo 2,4 miliardi di euro e che potrebbero arrivare anche nuove risorse dall’Ue e dalle Regioni: «Inoltre ritengo che Naspi e reddito di cittadinanza vadano rivisti, così come occorre un serio ripensamento sul tema dei voucher lavoro, una modalità per impiegare i giovani».
«Va poi fatta una riflessione sull’offerta formativa – ha proseguito il ministro – la Spagna ha 60 istituti tecnici specializzati e noi ne abbiamo solo 14 e, tra l’altro, il 75% dei nostri giovani che escono dalle scuole alberghiere non entra nel turismo. Circa poi il rimbalzo da sfruttare credo che occorra continuare a percorrere la strada della promozione coordinata per recuperare clientela e fidelizzarla. Abbiamo approntato una campagna di promozione con degli ambassador, ovvero circa dieci personaggi[1] del made in Italy di alto profilo e molto noti, così come stiamo approntando un hub digitale e una app pronta a ottobre[2] per una efficace promo-commercializzazione del Paese, alla quale possono accedere tutti gli operatori turistici e non soltanto le Ota. Bisogna quindi ripartire insieme e non parlare più di resilienza, un termine che ho sempre considerato negativo per un settore come il turismo».
AIUTI AI T.O. MALDIGERITI. Dichiarazioni d’intenti che Bocca ha ben accolto, non senza qualche stoccata sulle risorse erogate ad altre categorie (il riferimento è al “nostro” turismo organizzato che, a suo dire, ha ricevuto circa 500 milioni di euro rispetto ai 160 milioni degli albergatori, ndr) non sfruttate a dovere: «Non dico che i t.o. hanno preso troppo, dico l’hôtellerie italiana non ha ricevuto abbastanza. Doveva avere quantomeno sostegni di eguale misura perché ha sempre dimostrato voglia di riqualificarsi e giocare al meglio la partita».
«Ne abbiamo avuto un esempio concreto poche settimane fa – ha proseguito – quando un decreto legge ha destinato alle nostre imprese circa 80 milioni di euro, inizialmente destinati ad altre categorie. E accanto alle risorse pubbliche vanno considerate le risorse provenienti da istituzioni private. Ad esempio, quelle attivabili con il sostegno del sistema bancario. A febbraio Federalberghi ha definito un accordo con Intesa Sanpaolo[3], che ha stanziato oltre 1 miliardo di euro. Risorse pubbliche e private mirate a favorire la ricostruzione e la riconversione del nostro sistema dell’ospitalità verso standard ancora più innovativi, a ridotto impatto ambientale, in grado di aumentare il livello di servizio per la clientela e di competitività della nostra offerta. In questa fase di ripresa aumenterà la competizione tra destinazioni. Non dobbiamo farci trovare impreparati».
RICHIESTE AL GOVERNO. Tra le richieste impellenti che Federalberghi ha rilanciato approfittando della presenza del Ministro Garavaglia, figurano la diminuzione della pressione fiscale (in primis ridurre le tasse sugli immobili, che gravano sulle imprese anche quando sono chiuse o semivuote); il sostegno agli investimenti (con il potenziamento del credito di imposta per la riqualificazione delle strutture ricettive, da rendere strutturale); lo sviluppo di nuovi servizi; e un serio processo di revisione della Direttiva sui pacchetti turistici; oltre alla necessità di tutelare le concessioni demaniali prospicienti le strutture ricettive. Infine, ma non certo marginale, il contrasto all’abusivismo dilagante per garantire la sicurezza e tutelare turisti,cittadini, lavoratori, imprese ed erario e l’ammodernamento delle reti e delle infrastrutture per far sì che tutto il paese sia fruibile e accessibile.
OSPITALITÀ SENZA DISPARITÀ. Bocca ha anche ribadito che bisogna giocare ad armi pari e mettere mano ad anomalie e regole che non tutelano l’hôtellerie, come la vicenda dei dehors, la ristorazione all’aperto negata ai ristoranti degli alberghi, che appare come un’illogica ingiustizia: «L’albergo medio in Italia dispone di 30 camere. Il ché significa che se il ristorante si rivolgesse solo agli ospiti che pernottano, nella migliore delle ipotesi avrebbe al massimo 60 clienti al giorno. E i conti non potrebbero mai tornare. Per fortuna, ci sono amministrazioni che comprendono il problema e rilasciano senza difficoltà una seconda licenza, che consente l’accesso del pubblico esterno. Ma in tanti altri casi purtroppo non è così facile. Ci sono alcune città completamente bloccate dalla burocrazia. Ci vorrebbe una legge nazionale».
LAVORATORI IN FUGA. Sul tema del lavoro, più volte affrontato da Garavaglia[4], anche Bocca ha esternato la sua preoccupazione: «Il lungo periodo di stasi, legato agli avvenimenti degli ultimi anni, ha spinto non solo i collaboratori con contratto a termine, ma anche quelli con contratto a tempo indeterminato, tutelati dagli ammortizzatori sociali, a guardarsi intorno alla ricerca di un’altra occupazione. Molti l’hanno trovata nel pubblico impiego, altri in altri settori, altri ancora sono ancora alla ricerca. Si tratta di una situazione che ci preoccupa perché il deflusso di professionalità spesso a lungo formate dalle nostre imprese rischia di dissanguare il settore, di privarlo della linfa che può assicurare il rilancio delle nostre attività. Coscienti di questo problema, abbiamo in questi mesi lavorato per assicurare il massimo in termini di copertura di integrazione salariale per i nostri dipendenti, spesso anticipando i soldi della cassa integrazione».
L’EFFETTO GUERRA C’È. A completare la lunga relazione di Bocca uno sguardo all’immediato futuro: «Non nascondiamo le preoccupazioni per le conseguenze che il conflitto in Ucraina comporta per i sistemi economici, a partire dall’incremento del prezzo dell’energia, che mette a dura prova la tenuta dei conti delle imprese. Se guardiamo all’impatto sui flussi turistici, sarebbe un errore pensare che la guerra limiti i propri effetti alla domanda espressa dalle aree interessate dal conflitto. È molto probabile che ne risentano anche i flussi provenienti da altri bacini. Le nostre imprese sanno bene quanto possano risultare dolorosi gli sconsigli di viaggio diramati dai governi dei vari Stati. Per non parlare dei timori indotti dalla situazione di incertezza generalizzata, che generano un calo della fiducia dei consumatori e delle imprese. La spesa per i viaggi e le vacanze è tra le prime a contrarsi. E, ovviamente, l’effetto tende a manifestarsi anche sulla domanda interna».
DAL KO AL RIMBALZO. Di certo, comunque, l’ospitalità italiana tira un primo sospiro di sollievo dopo due anni di sconcerto, suffragato dai dati ufficiali snocciolati nel corso dell’Assemblea Federalberghi: il 2020 si era chiuso con una perdita di 228 milioni di pernottamenti, equivalente a un calo medio del 52,3% rispetto all’anno precedente, con punte che in alcune località hanno superato l’80%.
Nel 2021, nonostante i segnali positivi registrati nella seconda metà del mese di luglio e nel mese di agosto in alcune località, sono mancate all’appello 156 milioni di presenze turistiche, con una contrazione del 35,8% rispetto al 2019, di cui 118 milioni relative ai turisti stranieri. Un lenta risalita che si sta finalmente consolidando con il buon avvio del 2022 e le perfomance delle vacanze pasquali. Ma si è solo agli inizi dell’inversione di tendenza. L’auspicio, avallato dal buon andamento delle prenotazioni, è che la stagione estiva torni a dati sempre più vicini ai livelli pre Covid.
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